In Italia il debito fiscale costituisce uno degli argomenti più rilevanti per l’economia del Paese. Specialmente negli ultimi anni, è cresciuto in maniera significativa il numero di cittadini e di imprese che hanno accumulato debiti con il fisco. Tutto questo ha portato a sollevare preoccupazioni per la salute finanziaria dello Stato. Ma cerchiamo di esplorare più la dimensione del problema, per comprendere fino in fondo anche qual è l’impatto socioeconomico che questi debiti hanno.
Quando ci si confronta con la questione dei debiti nei confronti del fisco è cruciale precisare che la situazione debitoria degli italiani non riguarda esclusivamente gli obblighi fiscali. Infatti, nel calderone delle cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate Riscossione sono comprese anche le situazioni debitorie di natura contributiva – e a tal proposito l’esperto in materia fiscale Giampiero Teresi ci aiuta a comprendere cosa succede se non si paga l’INPS – e i debiti verso gli enti amministrativi.
Secondo le ultime statistiche, una percentuale alta di italiani si trova in difficoltà con il fisco. Questo fenomeno minaccia la stabilità economica delle famiglie e delle imprese e ha un impatto forte anche sulle entrate statali. Non è un caso, infatti, che un governo abbia capacità limitate di investire in servizi essenziali.
La situazione del debito fiscale in Italia è notevole. Ci sono circa 17,4 milioni di contribuenti che hanno debiti con l’Agenzia delle Entrate, per un totale di cifre di circa 955 miliardi di euro. Questo debito si è accumulato negli anni compresi tra il 2000 e il 2019 e circa il 40% della fetta è considerato difficilmente recuperabile.
In questo 40% sono compresi i debiti di soggetti falliti, di persone decedute e di imprese cessate. Inoltre, un importo significativo è quello dovuto dai nullatenenti e per questo la situazione appare molto complessa.
Le ripercussioni di un alto livello di debito fiscale sono molte. A livello individuale si possono riscontrare vari problemi, come pignoramenti e difficoltà nell’accesso al credito. A livello macroeconomico, il mancato recupero dei debiti fiscali riduce le risorse disponibili per la spesa pubblica e influenza negativamente settori diversi, come la sanità, l’istruzione e le infrastrutture.
Il governo italiano ha intrapreso e sta portando avanti diverse iniziative per affrontare questo problema. Per esempio, si punta sulla semplificazione del sistema fiscale, sull’introduzione di incentivi per regolare i debiti e su programmi di rateizzazione più flessibili. In ogni caso l’efficacia di queste misure è sempre oggetto di dibattito.
Un aspetto da non trascurare riguarda l’educazione finanziaria. Difatti migliorare la comprensione da parte dei cittadini riguardo alle loro responsabilità fiscali e riguardo alle conseguenze dei debiti può agire anche come strumento di prevenzione contro l’accumulo di nuovi debiti. Bisognerebbe concentrarsi sulle campagne di sensibilizzazione e su programmi educativi specifici per creare una cultura fiscale più responsabile.
La collaborazione tra settore pubblico e privato è essenziale, per contenere le dimensioni del problema. Le istituzioni finanziarie, le associazioni di categoria e le organizzazioni non governative possono offrire supporto e risorse per aiutare gli individui e le imprese a gestire i loro debiti ed evitare future difficoltà con il fisco.
Guardando al contesto internazionale, è interessante fare il confronto con altri Paesi. Si può così riscontrare come altri Stati riescano ad affrontare problemi simili di debito fiscale. Il confronto con i sistemi fiscali di Stati come la Germania, la Svezia o il Canada può essere molto utile per prendere degli spunti anche per trovare delle soluzioni per il nostro Stato. I Paesi che si sono citati sono riusciti a mettere a punto sistemi fiscali più semplici e trasparenti, che hanno contribuito a ridurre gli oneri del debito fiscale.
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