BRUXELLES – In seguito alla crisi economica il Parlamento ha lavorato duramente per ricostruire la fiducia nel sistema bancario e finanziario e per incoraggiare gli investimenti e la crescita. I deputati hanno adottato nuove regole sulle banche, sostenuto un piano per incoraggiare gli investimenti nell’economia europea, rafforzato la coordinazione della politica economica e proposto nuovi metodi per contrastare l’evasione fiscale. La Commissione europea ha pubblicato il 31 maggio un documento di riflessione che considera il futuro dell’unione economica e monetaria, le azioni intraprese dal Parlamento e i passi successivi che i deputati europei richiedono.
La crisi finanziaria del 2008 ha mostrato le debolezze delle banche e delle finanze pubbliche in Europa. Molti governi hanno registrato deficit di bilancio anche negli anni di prosperità e le cose sono solo peggiorate quando le entrate fiscali si sono ridotte e le banche hanno avuto bisogno del supporto dei contribuenti e del denaro pubblico per non affondare. I deputati hanno adottato una legislazione che rende la Banca Centrale Europea (BCE) direttamente responsabile della supervisione di più di cento fra le grandi banche della zona euro. Questo assicurerà una migliore sorveglianza sulle banche, riducendo così anche i costi per i contribuenti e l’economia. Un altro obiettivo è quello di proteggere i piccoli risparmiatori garantendo i depositi fino a centomila euro e assicurando che i contribuenti siano gli ultimi a dover pagare il conto in caso di fallimento delle banche. Ecco perché l’Unione europea ha istituito un’autorità comune, conosciuta con il nome di Comitato di risoluzione unico, per far fronte a possibili fallimenti delle banche.
Il Parlamento ha anche rafforzato i requisiti di capitali per le banche, per far sì che mettano da parte capitale di alta qualità in modo che scossoni come quelli passati abbiano un impatto più limitato. Altri emendamenti alle regole sono al momento presi in considerazione. L’Unione europea ha preso misure anche per assicurare la coordinazione fra le politiche economiche e fiscali dei vari paesi, perché una mancanza di allineamento ha significato che alcuni paesi in una situazione finanziaria instabile hanno preso denaro in prestito a interessi più alti. Per questo è stato lanciato il Semestre europeo, un ciclo annuale in cui la Commissione europea fornisce delle raccomandazioni per ciascun paese UE, raccomandazioni che sono poi adottate dai governi nel Consiglio e messe in atto a livello nazionale. Il Parlamento è stato attivamente coinvolto nella preparazione dei pacchetti legislativi necessari, chiamati “two pack” e “six-pack”. L’evasione fiscale è una delle preoccupazioni del Parlamento europeo, essendo una delle ragioni dei bilanci ridotti di alcuni stati. Il Parlamento ha istituito diversi comitati che investigano sul tema e propongono soluzioni per illuminare le zone grigie che società e individui usano per evitare di pagare il dovuto.
Problemi bancari e debiti pubblici alle stelle hanno significato pochi finanziamenti disponibili, che fossero pubblici o privati, per far ripartire l’economia. Per questa ragione l’UE ha lanciato nel 2015 un ambizioso piano triennale di investimento che usa garanzie UE per smuovere 315 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati e dirigerli verso progetti ad alto rendimento che non potrebbero vedere la luce altrimenti. Il piano ha funzionato bene finora e il Parlamento nella plenaria di giugno voterà sull’estensione del Fondo europeo per gli investimenti strategici con l’obiettivo di portare gli investimenti nell’economia dell’Unione a 500 miliardi di euro entro la fine del 2020. Piccole e medie imprese innovative sarebbero le beneficiarie dell’estensione del piano.
I deputati europei hanno chiesto profonde riforme monetarie e finanziarie. In una relazione adottata a febbraio hanno chiesto un budget specifico per la zona euro che aiuterebbe i paesi ad affrontare i colpi dell’economia e guiderebbe le loro economie nell’adattarsi a nuove sfide. La relazione ha anche chiesto di rafforzare il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali nel Semestre europeo e di portare più responsabilità nel processo di decisione economici. Lavoro e crescita restano il cuore dell’agenda del Parlamento. Una delle priorità è l’istituzione di un mercato comune digitale tramite la rimozione di barriere all’e-commerce, l’eliminazione di roaming e geo-blocking e armonizzazione delle regole sul diritto d’autore. L’economia digitale europea ne trarrebbe beneficio. Centrali sono anche i temi dei diritti sociali: il Parlamento sta lavorando per rafforzare i diritti dei lavoratori nell’UE. In una relazione la deputata portoghese Maria Joao Rodrigues (S&D) ha proposto iniziative concrete per assicurare condizioni di lavoro decenti in tutte le forme di impiego e anche una migliore conciliazione fra lavoro e vita privata.
La Commissione pubblicherà cinque documenti di riflessione da questa settimana fino alla fine di giugno per lanciare un dibattito sul futuro dell’integrazione europea. Ogni documento è dedicato a un tema specifico: la dimensione sociale dell’Europa, la globalizzazione, l’unione economica e monetaria, la difesa e le finanze. I documenti contengono idee e scenari su come potrebbe essere l’Europa nel 2025. L’iniziativa terminerà a metà settembre con il discorso annuale sullo stato dell’Unione del Presidente Jean-Claude Juncker.
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