Le sue potenti parole intrise di speranza la proiettano verso le elezioni presidenziali americane del 2020. Oprah Winfrey si candiderà? Gli americani gradirebbero e supporterebbero la sua candidatura?
7 gennaio 2018, al Beverly Hilton Hotel va in scena la notte dei Golden Globe. Durante la cerimonia di premiazione Oprah Winfrey, regina indiscussa della TV americana, è la vincitrice del premio “Cecil B. DeMille”, il Golden Globe alla carriera. Oprah guadagna il palco e galvanizza la platea pronunciando un discorso memorabile.
Un’elegantissima Oprah Winfrey avvolta in un lungo abito da sera firmato Versace, rigorosamente nero per supportare l’azione collettiva di Time’s up, snocciola alcuni aneddoti della sua vita per ripercorrere la sua carriera. Tre i punti focali.
L’infanzia e l’ispirazione ricevuta nel 1964 quando da bambina seduta sul pavimento di linoleum di casa sua a Milwaukee, assistendo alla cerimonia degli Oscar, vide un elegante attore nel suo suit nero con bianco papillon guadagnare il palco. Era un attore nero, il primo nella storia del cinema a vincere l’Oscar: era Sidney Poitier. Fu allora che Oprah sentì di potercela fare, nacque in quel preciso momento la scintilla di una carriera che sarebbe stata sfavillante. Forse sono solo coincidenze ma la sorte ha voluto che dopo molti anni da quel dì e dal 1982, anno in cui Poitier vinse il DeMille, molte ragazze oggi da casa guardano lei, la prima donna di colore nella storia dei Golden Globe a vincere questo premio. Oprah afferma di essere grata a tutti coloro che hanno contribuito ad impreziosire la sua carriera scegliendola per ruoli importanti in film di rilievo (Il colore viola, Spielberg) e a tutti coloro che l’hanno supportata non facendole mancare mai critiche e complimenti nei lunghi anni di attività, a cominciare dal compagno Stedman Graham, sua ancora e roccia nel lavoro come nella vita.
Il sostegno alla stampa, alla lotta per i diritti delle donne che la Winfrey paragona alla lotta dei diritti civili degli afroamericani. Oprah confessa di essere ammirata, orgogliosa e grata a tutte le donne che a seguito dello scandalo Weinstein hanno avuto il coraggio di denunciare, perché proprio loro, casalinghe, collaboratrici domestiche, scienziate, atlete, militari, attrici, proprio come sua madre sono state così forti da sopportare a lungo perché avevano figli da mantenere, bollette da pagare e sogni da realizzare. Il suo ringraziamento va anche a quegli uomini disposti ad ascoltare e alla stampa che fa luce su questi eventi perché, dice: «Quello che so per certo è che dire la verità è lo strumento più potente che abbiamo». Dopo aver citato la storia di Recy Taylor e il supporto ricevuto da Rosa Parks, afferma: «Oggi le nostre storie fanno la storia» ed è bene che nessuno debba mai più dire “me too” (anche io), affinché queste storie di violenza, soprusi e prepotenze legate a posizioni di rilievo ed esercitate con ricatti sessuali non debbano mai più ripetersi: «il loro tempo è finito».
L’incoraggiamento a tutte le donne all’ascolto. Così rivolta alle giovani telespettatrici sintonizzate proprio come lei nel lontano 1964, racconta che durante la sua carriera ha avuto la possibilità di intervistare moltissime persone e tra queste alcune vittime di eventi gravissimi, insuperabili e, dice la Winfrey, il segreto che le accomuna è la loro capacità di non perdere mai la speranza anche nelle ore più difficili. È per questo che dovete sapere, dice, che una nuova alba, un nuovo giorno è all’orizzonte, d’ora fino al momento in cui grazie all’aiuto dei migliori uomini che supportano le migliori donne di questo tempo tutto potrà cambiare. Le parole sapientemente calibrate di Oprah guadagnano una standing ovation e scroscianti applausi (la platea accenna col capo il proprio consenso, Dwayne Johnson e Meryl Streep sono tra i più stupiti e toccati, anche da casa ci si sente rifocillati e pronti a correre insieme verso un futuro migliore).
Che l’America non sia ancora pronta per una donna al potere lo ha dimostrato la sconfitta di Hillary Clinton. Ma forse il vento sta cambiando. Così, dopo i nomi più quotati alla presidenza del 2020, tra cui Biden, Sanders o l’inatteso e tecnologico Zuckerberg di Facebook e anche la progressista senatrice democratica della California Kamala Harris, trova spazio il nome di Oprah che da prima donna nera della TV potrebbe raggiungere ben due primati: prima donna alla presidenza, per giunta di colore, valore aggiunto per una nazione che ci ha abituati a primati e sorprese. La Winfrey ha sempre escluso di potersi impegnare in politica. specificando di non averne le competenze. Ma questo, vista l’attuale presidenza Trump, non sembra un impedimento. Dichiaratamente democratica, Oprah ha supportato con le sue trasmissioni, prima apolitiche per motivi di ascolto, Barack e Michelle Obama, contribuendo secondo molti al loro successo. Inoltre, il New York Post ha scritto che Oprah è la migliore speranza dei Democratici per le elezioni e lei ha risposto ringraziando caldamente per il voto di fiducia lasciando aperto uno spiraglio. Quanto al giudice supremo: il popolo americano, da un sondaggio Quinnipac risulta che la Winfrey gode di un indice di popolarità superiore rispetto a tutti i politici, il 52% di americani le è favorevole ma solo 1 su 5 crede che debba candidarsi, secondo quanto osserva il Corriere della Sera. E se invece Oprah proponesse il suo appoggio a Michelle Obama e la convincesse a candidarsi al suo posto ma con il suo supporto? Che ne penserebbero gli americani?
Gilda Angrisani
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