Galeotta fu l’intervista rilasciata da Enrico Letta al quotidiano La Repubblica, in cui l’ex premier proponeva un’estensione del voto anche ai minori di 18 anni. L’invito, rivolto al nuovo esecutivo giallo-rosso, ha evidentemente sortito l’effetto sperato, incontrando l’accordo di PD, Movimento 5 Stelle e perfino del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Dalle parole di Letta emerge, quindi, l’urgenza di una riforma costituzionale che permetta di abbassare l’età obbligatoria per votare a sedici anni, invece che a diciotto. Tuttavia l’idea di diminuire l’età anagrafica per votare è da sempre uno dei capisaldi della campagna politica dello stesso Grillo, che già nel 2016 aveva suggerito di portarla a 14 anni. «È una proposta che portiamo avanti da sempre e che sosteniamo con forza» ha infatti ribadito in un post su Facebook il leader pentastellato Luigi Di Maio.
Non è, però, solo un obiettivo dei grillini, perché il voto a 16 anni compare anche fra i cavalli di battaglia della Lega. Come ha ricordato recentemente il leader leghista Matteo Salvini, rivendicando il fatto che già nel 2015 avessero presentato una proposta di legge analoga.
D’accordo anche Nicola Zingaretti, che su Twitter sostiene la linea di Enrico Letta «Sono da sempre favorevole al voto ai sedicenni. La passione civile di tante ragazze e tanti ragazzi che incontro tutti i giorni rafforzano questa idea. Ora è tempo». E sempre su Twitter l’hashtag #VotoaiSedicenni, lanciato dall’ex premier, è diventato velocemente un trend topic, raccogliendo pareri e consensi dei giovanissimi.
Per quanto concerne, infine, il panorama europeo, nella maggior parte degli Stati l’età minima per votare sono i 18 anni. Tuttavia l’Austria è stato il primo Paese ad abbassarla, in occasione delle elezioni del 2007, mentre in Grecia si può votare già a 17 anni.
Francesca Santi
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