Il fumo di tabacco in Italia rappresenta ancora la principale causa prevenibile di sviluppo di patologie oncologiche. Il dato sulla mortalità indica che in Italia ogni anno i decessi attribuibili al fumo combusto sono quasi 100 mila. La fascia con maggiore incidenza di fumatori è quella tra i 25 e i 44 anni di età, con circa una persona su 4 che fuma. Per molti fumatori smettere è davvero difficile e negli ultimi anni il passaggio all’utilizzo di sistemi senza combustione e a rischio ridotto ha innescato un dibattito che coinvolge la comunità accademica di tutto il mondo.
Un dibattito che parte proprio da Catania, considerata da molti la capitale mondiale della ricerca antifumo grazie alla presenza del CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da fumo dell’Università di Catania che vanta più di 130 pubblicazioni firmate da più di cento icercatoriimpegnati in 15 diversi paesi nel mondo.
Per commentare le evidenze scientifiche e per celebrare, come ogni anno, il World No TobaccoDay promosso dall’OMS, il CoEHAR organizza la conferenza nazionale sulla riduzione del danno. Trenta scienziati (tra i più noti del panorama scientifico italiano e internazionale) si riuniranno domani, mercoledì 31 maggio a partire dalle ore 8.30, nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università di Catania.
Alla conferenza parteciperanno medici, esperti di malattie fumo correlate, rappresentanti delle istituzioni e del settore del vaping e gli studenti di medicina dell’ateneo. Condurranno i lavori della conferenza il fondatore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosa ed il direttore, prof. Giovanni Li Volti.
A portare i saluti delle istituzioni, oltre che i vertici dell’ateneo catanese, anche la vicepresidente del Senato della Repubblica, Mariolina Castellone, l’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Giovanna Volo e il deputato nazionale Francesco Ciancitto, membro della commissione parlamentare affari sociali e sanità.
Al tavolo dei relatori, tra gli altri: Maria Luisa Brandi, presidente Fondazione FIRMO; Emmanuele A. Jannini, Università di Roma Tor Vergata; Ketty Vaccaro, responsabile area salute Fondazione CENSIS; Nick Crofts, Centre for Law Enforcement and Public Health, Australia; Roberto Sussman, Universidad Nacional Autónoma de México e Carla Bruschelli, docente di Metodologia clinica presso l’Università La Sapienza di Roma.
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