La NASA, a seguito della notizia secondo cui ci sarebbe una certa presenza d’acqua su Marte, ha organizzato a Washington una conferenza stampa chiamata Mistero risolto, dal momento che la sua presenza sul pianeta rosso è stata ufficializzata. Precedentemente, ai poli, si era verificata la presenza di H²O allo stato solido, ma adesso la scoperta riguarda anche lo stato liquido: esistono, infatti, dei rivoli salati che appaiono e scompaiono in base alle stagioni. Nello specifico, l’acqua scorre nell’estate marziana per un brevissimo tempo ed evapora all’avvento dell’inverno.
Diversi scienziati e ricercatori hanno diramato la buona novella: in primis Luju Ojha, ricercatore del Georgia Institute of Technology. «Abbiamo raccolto le prove chimiche», ha spiegato questi, mostrando l’animazione 3D di un cratere. La depressione rappresentata è stata chiamata Hale Crater e l’animazione trasmessa parla da sé: dalla sommità del cratere si diramano diverse linee scure e parallele, le quali formano dei solchi lunghi centinaia di metri e larghi una cinquantina. Le suddette linee costituiscono una chiara manifestazione acquea e sono definite in gergo RSL (Recurring Slope Lineae). Queste ultime sono state immortalate per la prima volta dal satellite Mars Reconnaissance Orbiter grazie all’utilizzo della spettroscopia, con cui si sono analizzate le sciee residuali lasciate da alcuni specifici minerali, i perclorati, sali idrati che sono presenti esclusivamente in presenza di H²O.
Lo scenario ricostruito da Ojha, studente di Atlanta che ha intrapreso questo progetto ben 4 anni fa, ha spianato la strada per esplorare al meglio il passato di Marte. «Tre miliardi di anni fa – spiega Jim Green, direttore del settore scienze planetarie della NASA – il pianeta rosso possedeva un’atmosfera e un oceano». Tuttavia, come è noto, una catastrofe ambientale ridusse il pianeta rosso a un ammasso di macerie e sassi. Dopo questa scoperta, invece, il potenziale di Marte torna a crescere sempre di più.
Francesco Raguni
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