Dopo la tregua firmata tra Israele e Palestina – incentivata dalla mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti – riprende la guerra nella Striscia di Gaza
Il portavoce dell’IDF (Israel Difence Forces), Jonathan Conricus, ha dichiarato: “Adesso colpiamo obiettivi militari di Hamas lungo tutta la Striscia”. Israele, ha anche rivendicato i bombardamenti che hanno colpito 400 obiettivi di Hamas, dislocati in tutta la Striscia di Gaza. La stessa IDF, inoltre, rende noto di aver distrutto anche una Moschea che, secondo l’esercito israeliano, rappresentava uno dei quartier generali militari dell’organizzazione terroristica.
Dalla Striscia di Gaza arriva il bollettino di morti e feriti stilato dal governo guidato da Hamas. In quest’ultimo si legge che, a seguito dei bombardamenti di Israele, sono state uccise più di 240 persone mentre altre 650 sono rimaste ferite. Un portavoce del governo palestinese, inoltre, ha dichiarato che le forze militari Israeliane hanno concentrato gli attacchi sulla città di Khan Younes distruggendo decine di case con all’interno i proprietari.
La tregua tra Israele e i militanti di Hamas era stata siglata lo scorso 24 novembre e doveva durare 4 giorni. Grazie allo sforzo di Qatar, Egitto e Stati Uniti, la tregua è stata più volte prolungata per permettere alle due fazioni di scambiare i prigionieri di guerra catturati da ambe due le fazioni. Da venerdì mattina, però, riprendono i combattimenti e sia Israele che Hamas si accusano a vicenda su chi delle due abbia la responsabilità della rottura della tregua.
Secondo alcuni fonti, inoltre, Israele sta programmando una campagna militare nei confronti di Hamas che potrebbe durare più di un anno. La strategia che i militari israeliani si preparano a intraprendere prevede lo spostamento delle forze armate dal Nord di Gaza verso il sud dell’enclave. L’obiettivo è quello di distruggere i massimi leader di Hamas (Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Marwan Issa) e porre fine ai 24 battaglioni appartenenti al gruppo palestinese. Inoltre, Israele ha fatto sapere che una volta finiti i combattimenti è sua intenzione creare una “zona cuscinetto” nella Striscia di Gaza per rendere più difficili futuri attacchi verso il proprio territorio.
Fonte Foto in Evidenza: LaStampa
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