Sex Education è una serie televisiva britannica creata da Laurie Nunn, lanciata e distribuita da Netflix a partire dal 2019. Si compone di due stagioni, di 8 episodi ciascuna. In questa serie viene trattato, in chiave comica e mai scontata, l’argomento della sessualità. Il sesso, così come le relazioni sentimentali in adolescenza e le loro varie implicazioni, si stagliano al centro della scena senza abbandonarla per un solo istante. Alla base della serie tv, però, c’è un concetto non trascurabile: a dare informazioni sul sesso o, per meglio dire, sulla sessuologia in generale è il figlio di una rinomata sessuologa.
Se da una parte il lavoro della madre ha sempre messo in imbarazzo il protagonista, dall’ altra gli ha permesso di diventare il consulente e terapista sessuale della scuola, poiché, avendo passato tutta la vita ad ascoltare le sedute di terapia della madre, è già molto esperto in problemi relazionali, sesso e autostima.
È proprio la voce di un adolescente a dare consigli molto utili ai suoi coetanei, che, in modo efficace e veloce riescono a metterli in pratica e migliorare la loro vita sessuale e sentimentale. Potremmo quindi chiederci: perché i ragazzini hanno bisogno di un loro coetaneo e di suoi consigli sulla sessuologia?
Se è vero che a scuola si formano i cittadini del futuro, allora è anche vero che questa istituzione non attenziona tutti gli aspetti della formazione di questi stessi cittadini. Uno degli aspetti più trascurati in assoluto è proprio quello della formazione sessuale. Il sesso, come tutte le funzioni vitali umane, va spiegato per essere compreso al meglio.
Poche scuole in Italia hanno adottato l’educazione sessuale all’interno dei programmi ministeriali per diffondere la conoscenza del corpo, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, l’affettività, l’identità di genere, etc. La parola sesso è ancora un tabù all’interno delle classi, ma soprattutto tra i docenti, in quanto si scambia il sesso con l’atto sessuale di accoppiamento, senza considerare che la sessualità è una delle sfere più importanti per la crescita sana dell’individuo, in quanto ha un valore sociale e culturale.
Se da una parte possiamo notare una grande apertura delle nuove generazioni verso il mondo del sesso e della sessuologia, dall’altro notiamo che le due istituzioni fondamentali per la crescita di ogni individuo, cioè la famiglia e la scuola, cercano di omettere questo argomento.
Da una indagine del Censis condotta nel 2016 su un campione di mille adolescenti/giovani, dai 12 ai 24 anni, risulta che il 62,3% delle informazioni sul sesso si apprende da internet, televisione, riviste. Una percentuale più bassa di intervistati dichiara di apprendere qualcosa a scuola, in una minore quantità dagli operatori sanitari. In famiglia nessuna informazione.
Risulta chiaro, quindi, che sono gli adulti ad avere difficoltà a trasferire informazioni giuste e sane sul sesso. Eppure, i visitatori di “Pornhub” (uno dei siti online che offrono materiale pornografico) nel 2016 hanno guardato 92 miliardi di video e molti degli utenti sono adolescenti che traggono informazioni e “ispirazioni” su che cosa è il sesso, come è fatto un maschio, come è fatta una femmina, del come fare sesso. Molti degli adolescenti e giovani visitatori del sito non hanno la consapevolezza e la conoscenza per distinguere la finzione dalla realtà. Questo è il chiaro motivo per cui l’educazione sessuale, come quella civica, vanno inserite all’interno dei programmi scolastici e affrontati.
A dover affrontare tali tematiche, però, non deve essere il docente imbarazzato o il ragazzo un po’ più informato da qualche documentario visto precedentemente, ma un esperto. In Sex Education il protagonista incarna proprio questa figura: una figura professionale ricercata e vicina ai giovani pieni di insicurezze che non riescono ad affrontare se non grazie a un suo consiglio.
L’educazione sessuale ha numerosi scopi principali: fare in modo che l’individuo umano possa essere autonomo nella ricerca e nella gestione del piacere e far acquisire consapevolezza delle proprie convinzioni e idee, destrutturando le convinzioni, i miti, i pregiudizi familiari e sociali a cui si è esposti fin dalla nascita.
Un altro ruolo fondamentale è fare in modo che ciascuno, in maniera individuale, possa rispondere ai propri bisogni di relazione (all’interno di una coppia, con gli amici, in famiglia, sul luogo di lavoro, etc.). L’educazione sessuale ci aiuta anche nel relazionarci con gli altri, rendendoci più consapevoli di noi stessi, dei nostri interessi e di tutto ciò che riguarda l’ambito sessuale e sentimentale.
Concludendo, possiamo quindi dire che la sessuologia deve essere spiegata. Sebbene al giorno d’oggi il sesso sia in parte considerato ancora un tabù, siamo bombardati da riferimenti sessuali praticamente in ogni contesto. Dalla pubblicità alle conversazioni tra amici, il sesso è quel fantasma che c’è e non c’è in ogni dove. Non si può ignorare ciò che fa parte della quotidianità di ognuno di noi.
Silvia Rabuazzo
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