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Desertificazione: cos’è e come possiamo evitarla?
07 Giugno 2024
Attualità

Desertificazione: cos’è e come possiamo evitarla?

Home » Attualità » Desertificazione: cos’è e come possiamo evitarla?

“La crisi idrica che porta alla desertificazione ormai da almeno un ventennio, colpisce le aree del nostro paese. Per fortuna quest’anno la situazione legata alla siccità colpisce molto di più le regioni del sud, e in particolare la Sicilia“. Queste sono le parole pronunciate dal ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida durante il Question time tenutosi alla Camera poche settimane fa.

L’intervento ha chiaramente suscitato indignazione soprattutto sui social, al punto da farlo diventare un meme. Ma fino a che punto si può accettare di ridere – anche se in maniera esorcizzante – di un problema come la desertificazione?

Che cos’è la desertificazione e che impatto ha sulla società?

La desertificazione è un processo climatico-ambientale causato tanto da eventi naturali (cambiamento climatico, siccità, aridità, ecc.) quanto dall’attività umana che spesso sfrutta all’inverosimile i territori e gli ambienti in cui vive. Questo porta alla degradazione del territorio, all’inaridimento e quindi alla scomparsa di flora e fauna, trasformando in maniera tendenzialmente irreversibile, l’ambiente naturale in deserto.

Volendo essere più precisi, la definizione ufficiale è stata elaborata durante la Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo tenutasi a Rio nel 1992, secondo cui la desertificazione è catalogata come il “degrado delle terre nelle zone aride, semi-aride e sub-umide secche, attribuibile a varie cause, fra le quali le variazioni climatiche e le attività antropiche”.

Nella penisola italiana, come detto prima, le aree più colpite da questo processo riguardano i territori meridionali e in particolare la Sicilia. Si stima infatti che ogni anno, circa 120 chilometri quadrati di terreno si trasformino in deserto.

“Di questo passo, entro il 2030 tre quarti della nostra regione saranno a rischio desertificazione, compromettendo la qualità del suolo”, spiega a FocuSicilia Vincenzo Piccione, docente di Discipline ecologiche applicate presso le Università di Catania e Reggio Calabria.

Le gravissime conseguenze, non colpiscono solo gli agricoltori e i lavoratori del settore primario. Quando un territorio si desertifica, perde la possibilità di produrre risorse e servizi, costringendo la popolazione ad emigrare sovrappopolando e sfruttando altre aree, creando inevitabilmente un impatto sul piano socio-politico.

Come funziona il processo di desertificazione

Come ovvio, non è un processo istantaneo e, forse, qui risiede la grande responsabilità nonché colpa dell’uomo. Le cause maggiori di desertificazione sono state identificate in deforestazione, sovrapascolo e cattive pratiche d’irrigazione. Ma, anche, povertà e instabilità politica sembrano contribuire significativamente.

La desertificazione ha inizio in aree limitate e va espandendosi a macchia di leopardo, subendo brusche accelerazioni durante i periodi più secchi e aridi, e lievi rallentamenti invece nei periodi più umidi.

Come per ogni cosa, non va considerato  solo ed esclusivamente il risultato finale, ma tutto il processo innescato e alimentato da una serie di fattori tra cui: l’erosione del suolo, la variazione dei parametri strutturali del suolo, la rimozione della flora e del cosiddetto “materiale rigenerativo” e l’instabilità delle quantità pluviali.

Se a questi fattori, viene sommata la filosofia del “minimo sforzo e massimo risultato”, si ottiene come prevedibile l’alterazione della biosfera di un determinato territorio che viene fin troppo sfruttata e modificata a proprio piacimento, o per meglio dire, “a proprio comodo”. In questo modo, l’impatto ambientale -oltre che economico e socio-politico-  che ne deriva, risulta essere oltre che drammatico, anche irreversibile.

Territori più colpiti e strategie di prevenzione

Secondo gli studiosi, le aree maggiormente colpite sul suolo europeo, sono quelle del Bacino Mediterraneo. Questo perché le zone esposte alla desertificazione sono soprattutto quelle aride e semiaride, che rappresentano oltre il 30% della superficie terrestre, e quelle in prossimità delle aree desertiche del pianeta che tendono ad espandersi. In particolar modo, la Sicilia è molto più incline alla desertificazione trovandosi molto vicina ad uno dei deserti più vasti al mondo: il Sahara.

I comuni che affacciano sul canale di Sicilia e in particolar modo la Piana di Catania presentano i livelli più alti di rischio desertificazione di tutta la Sicilia. Colpendo soprattutto le aree che vanno da zero a duecento metri di altitudine. Spiega Piccione, “Anche la fascia dai 200 ai 700 metri è ad alto rischio, soprattutto al centro della Sicilia, mentre sopra i 700 metri il problema è marginale”.

L’unica arma a nostra disposizione è la prevenzione: come utilizzarla?

Una strategia funzionale, potrebbe essere secondo gli esperti, una maggiore collaborazione tra il mondo della ricerca, gli enti regionali e gli enti nazionali. La Convenzione dell’ONU ha, infatti, adottato una strategia basata sulla promozione di tante azioni locali, spesso piccole ma con idee nuove ed approcci innovativi che prediligono il partenariato internazionale. Questo perché i cambiamenti da effettuare sono sia a livello locale che internazionale.

Per quanto sembri assurdo, si potrebbero trarre vantaggi persino da un evento come la desertificazione. Infatti, il prof. Vincenzo Piccione con un gruppo di studiosi e collaboratori starebbe effettuando delle ricerche sui territori desertificati, per stabilire quali sarebbero idonei “ad accogliere manufatti per la produzione energetica da fonti rinnovabili“. Tra queste il fotovoltaico sembra al momento la più idonea ed eco-sostenibile.

Conclude poi lo stesso Piccione “Questa tecnologia sembrerebbe promettente, nell’ottica del recupero di siti compromessi ai fini della fertilità. Bisogna avere il coraggio di lavorare in questa direzione, per far sì che la nostra Isola non si trasformi in un grande deserto”.

Riccardo Nobile

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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