Secondo un recente studio del Dott. Jed Meltzer il nostro cervello è facilitato nella memorizzazione di nuovi informazioni quando posseggono qualcosa di significativo piuttosto che una ripetizione mentale. Grazie a questa nuova ricerca, possiamo individuare le diverse aree del cervello coinvolte sia nel mantenimento dell’informazione fonologica che di quella semantica nella memoria a breve termine.
Lo scienziato Meltzer, mediante gli studi di neuro-riabilitazione presso l’Istituto di Ricerca di Baycrest di Rotman, ha scoperto che nell’apprendimento di nuovi informazioni, il nostro cervello può attivare due diverse modalità per ricordare i dati immagazzinati per un breve periodo di tempo: una con la ripetizione mentale dei suoni delle parole (fonologica), l’altra attraverso l’acceso al significato delle parole (semantica). Anche se entrambi i metodi sono validi nel mantenere le informazioni nella memoria a breve termine, quella sul significato sembrerebbe la più efficace. Tutto ciò potrebbe portare a pensare che in quei pazienti con danni cerebrali provocati da ictus -solo uno dei due meccanismi viene interrotto- potrebbero imparare a compensare con un’altra via alternativa per formare ricordi a breve termine.
Un nuovo esperimento ha studiato l’attività cerebrale coinvolta nel mantenimento dell’informazione fonologica rispetto a quella semantica, con una registrazione magnetoencefalografica durante tre diversi ripetizioni di frasi manipolate. Lo studio ha registrato le onde cerebrali di 25 adulti sani sull’ascolto di frasi ed elenchi di parole, con un tempo di risposta di 5 secondi, nel ripetere parola per parola. Le scansioni cerebrali dei partecipanti ha rilevato diversi aspetti della memoria a breve termine: un’attività oscillatoria in bande di frequenza distinte durante il mantenimento di frasi e di elenchi di parole nella memoria a breve termine.
Nella corteccia visiva primaria si ha una maggiore attivazione della corrente dorsale (la via del dove/come per afferrare i movimenti che seguono l’oggetto) nella prova fonologica e nell’attivazione della corrente ventrale (la via del cosa per riconoscere l’oggetto) al mantenimento dell’informazione semantica. I pattern di attivazione base per l’ascolto e il mantenimento della frase, hanno una lateralizzazione emisferica maggiore a sinistra e in assenza di supporto semantico per riuscire a mantenere gli stimoli in memoria, vengono reclutate aree dell’emisfero destro per portare a termine il compito. Non solo, la memoria semantica può essere mantenuta per più secondi senza un firing neuronale (meccanismo di trasmissione del segnale tra neuroni) rispetto a quella fonologica. Inoltre, i risultati mostrano che la memoria a breve a termine semantica utilizza un meccanismo sinaptico piuttosto che quello elettrico. Il prossimo stadio sarà quello di trovare una stimolazione cerebrale in grado di potenziare la memoria a breve termine nei pazienti con ictus.
Marcello Strano
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