Alla vigilia della pausa per le nazionali, il dodicesimo turno di Serie A rappresentava uno spartiacque importante per il campionato, nonostante non ci fossero scontri diretti in vetta. Le big, tuttavia, erano impegnate in sfide più o meno insidiose, che sulla carta potevano risultare indigeste – e in qualche caso, leggasi Inter e Napoli, lo sono state. Dopo la sosta, Napoli-Milan e soprattutto il derby di Roma, ma per certi versi anche Sampdoria-Juventus, saranno sfide molto interessanti per le zone più nobili della classifica.
Si è bloccata, dicevamo, l’Inter di Spalletti. Dopo una vittoria stentata sul campo del Verona lunedì, frutto di un colpo estemporaneo di Perisic nella ripresa, i nerazzurri non sono andati oltre l’1-1 interno contro un buon Torino, tra i migliori di questo avvio di stagione. I granata, messi in campo con il nuovo 4-3-3 già visto con il Cagliari, hanno fatto densità in mezzo al campo, dirottando Rincon a uomo su Borja Valero, asfissiato dal pressing del venezuelano. In una giornata di scarsa ispirazione in zona realizzativa di Perisic e Icardi, a salvare il risultato, dopo lo svantaggio firmato Iago Falque, è stato il subentrato Eder, messo a tu per tu con Sirigu da un assist del capitano. Forse, per Spalletti, potrebbe essere il momento di dare maggior spazio a chi ha giocato meno, come Joao Cancelo, per consentire di rifiatare ai titolarissimi, che iniziano a dover tirare il fiato.
Scivolone anche per il Napoli, contro un avversario storicamente ostico come il Chievo, ben messo in campo da Maran con un ordinato 4-4-2 che, con due linee molto strette, soffocava la circolazione di palla degli azzurri, condizionata anche dall’assenza di Ghoulam, che sulla catena di sinistra aveva automatismi consolidati con Hamisk e Insigne che Mario Rui, alla prima da titolare, per ovvi motivi non può avere. A lungo andare, la mancanza di alternative nel reparto offensivo – oggi qualche minuto per uno spento Ounas – può rappresentare un serio problema per la squadra di Sarri, specialmente in giornate in cui Mertens non riesce a trovare gli spazi giusti per colpire. E anticipare l’acquisto di Inglese, proprio dal Chievo, a gennaio, potrebbe non rappresentare la soluzione, l’esperienza di Pavoletti lo scorso anno è indicativa. Il centravanti livornese, nei sei mesi di Serie A con la maglia azzurra, non ha mai trovato il tempo di inserirsi nei meccanismi di squadra, risultando sempre un corpo estraneo, goffo anche al di là delle proprie caratteristiche individuali.
Nella giornata delle celebrazioni per il suo centoventesimo compleanno, anche la Juventus ha rischiato uno stop ancora più clamoroso, contro il fanalino di coda Benevento. Dopo venti minuti di tiro al bersaglio, infatti, i campani sono passati in vantaggio con una punizione di Ciciretti, letta male da Szczesny. Alla lunga, però, come nelle sfide con SPAL e Udinese, la qualità dei bianconeri ha fatto la differenza, e le reti di Higuain e Cuadrado, sempre più protagonista di questo avvio di stagione, hanno spianato la strada verso la quarta vittoria consecutiva, che vale il secondo posto, a -1 dall’Inter.
Quarto successo di fila in campionato anche per la Roma di Eusebio Di Francesco, sempre più salda nelle sue certezze. Nonostante i primi gol incassati in trasferta da Alisson, Dzeko e compagni hanno dato prova di grande concentrazione, a quattro giorni da una vittoria per certi versi pericolosa come quella sul Chelsea in Champions League. Oltre alla doppietta di Gerson, simbolo del turnover sistematico che tante gioie sta portando al tecnico abruzzese, le indicazioni più importanti vengono dal grande lavoro nel pressing offensivo, che comporta dei rischi ma offre anche evidenti benefici, come dimostrano i palloni strappati sulla trequarti offensiva da Nainggolan, El Shaarawy e Defrel, ancora molto lontano dalla sua miglior condizione in zona gol. La profondità della rosa è uno dei maggiori valori espressi in questo primo terzo di stagione dalla squadra capitolina, per certi versi sotto questo punto di vista simile alla Juventus, pur con le dovute proporzioni.
Turno di riposo forzato, invece, per la Lazio, fermata nella sua straordinaria corsa dalla pioggia che si è abbattuta su Roma e sull’Olimpico nel primo pomeriggio, che ha costretto l’arbitro Banti a rinviare la gara con l’Udinese, dopo una serie di sopralluoghi con i capitani Lulic e Danilo. Gli uomini di Inzaghi, così, arriveranno al derby, dopo la pausa per le nazionali, con un solo punto di vantaggio sui cugini, a parità di partite giocate, visto che anche i giallorossi devono ancora recuperare la partita con la Sampdoria, rinviata a settembre a causa del maltempo genovese. Entrambe le gare, con ogni probabilità, andranno in scena a gennaio.
Proprio i blucerchiati, dal canto loro, continuano la rincorsa da mina vagante del campionato di Serie A, ormai saldamente in zona Europa League. Il derby della Lanterna, contro un Genoa sempre più invischiato nella lotta per non retrocedere, ha confermato il valore della squadra di Giampaolo, tra le più organizzate a livello difensivo e brillante in avanti, col primo gol da doriano di Gaston Ramirez. A spiccare, però, è la presenza dominante di Duvan Zapata, il vero uomo in più di questa Samp: il colombiano fa a sportellate coi difensori, tiene su il pallone per far salire la squadra e apre spazi per i compagni, firmando anche l’assist per il raddoppio di Quagliarella, alla prima rete nella stracittadina.
Piange, invece, la metà rossoblù della città: il presidente Preziosi ha deciso di esonerare Ivan Juric e richiamare Davide Ballardini, uomo per tutte le stagioni e specialista in salvezze. Stavolta, però, il compito sembra piuttosto arduo, e la classica rivoluzione sul mercato di gennaio, invece di mirare a cedere i pezzi migliori, dovrà concentrarsi sull’acquisto di pedine di qualità, soprattutto in avanti, per cercare di mantenere la categoria. Anche lo stesso Lapadula, fiore all’occhiello della campagna acquisti estiva, stenta a trovare la via della rete, un po’ per sue colpe, un po’ per la mancanza di palloni giocabili nell’area avversaria.
Nella lotta per non retrocedere, SPAL e Crotone continuano, passo dopo passo, a costruirsi la strada verso la permanenza in Serie A. Gli uomini di Semplici, nel posticipo delle 18, sono riusciti a portare via un punto da un campo difficile come quello dell’Atalanta, rischiando addirittura di fare il bottino pieno, centrando un palo con Antenucci nel finale. La formazione calabrese, invece, ha messo in fila la seconda vittoria consecutiva, dopo quella sulla Fiorentina, imponendosi al Dall’Ara su un Bologna che, a parte le due punizioni di Verdi, ha espresso troppo poco rispetto a quelle che sono le sue potenzialità offensive. Il grande cruccio di Donadoni, in questo momento, è rappresentato da Mattia Destro, mai incisivo quando entra a partita in corso, al punto da mettere in dubbio il suo futuro all’ombra delle Due Torri.
Sulla via Emilia, fatica anche il Sassuolo, sterile in avanti e troppo perforabile dietro. Il Milan, nella gara del Mapei Stadium, si è trovato davanti un avversario deciso nella prima mezz’ora, ma quasi mai pericoloso dalle parti di Donnarumma, se non con una conclusione di Mazzitelli. Un errore di Consigli, non il primo in questa stagione, ha spianato la strada ai rossoneri, che sono andati a corrente alternata, ma hanno visto finalmente un Bonucci leader della difesa, e il solito Suso a chiudere i conti nella ripresa con il suo classico sinistro sul secondo palo. Tra due settimane, il Napoli arriverà a San Siro per un test sicuramente più indicativo dei progressi della squadra di Montella.
Sempre più giù il Verona di Pecchia, passato subito in vantaggio sul campo del Cagliari, ma da lì in poi sottoposto a un assedio continuo da parte degli isolani, che hanno meritatamente portato a casa la vittoria, la seconda consecutiva in casa con Diego Lopez in panchina. In generale, l’arrivo dell’uruguaiano, un’istituzione in Sardegna, sembra aver portato più ordine tattico a una squadra che, pur senza risultare spettacolare, sembra tranquillamente in grado di mantenere la categoria.
Francesco Nardi
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