«Non potrei mai raggiungere un traguardo più importante», così si è espresso Nigel Farage all’indomani del referendum su Brexit quando, in occasione della conferenza stampa nominata Brexit Britain, ha comunicato le proprie dimissioni da leader dello UKIP-Partito indipendentista del Regno Unito. Lo UKIP nasce nel 1993 con l’obiettivo di combattere il trattato di Maastricht (uno dei pilastri dell’Unione Europea) soprattutto in termini di uscita del Regno Unito dal progetto europeo di garantire una libera circolazione di tutti i cittadini comunitari all’interno dei confini dell’UE. Fin dal principio tale partito si è contraddistinto per una politica razzista e isolazionista e sebbene in passato non avesse mai raccolto consenso, nelle ultime elezioni politiche del 2015 è diventato addirittura il terzo partito del paese.
Le dimissioni di Farage arrivano in un momento davvero delicato della politica britannica considerando che prima di lui il premier Cameron, convinto sostenitore del remain, ha rassegnato le proprie dimissioni. Il leader dello UKIP, dal canto proprio, si giustifica dinanzi al proprio elettorato dicendo: «la mia carriera politica ha avuto un costo su di me e chi mi sta intorno; rivoglio indietro la mia vita a partire da adesso». Intanto il partito laburista teme che un sostituto di Farage meno divisivo possa continuare a sottrarre voti allo storico partito inglese.
Ester Sbona
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