Sempre più persone al giorno d’oggi decidono di optare per uno stile di vita diverso, ecosostenibile e con un contatto più diretto con la natura. Inoltre, il settore agricolo risulta essere sempre di più, specie in Italia, una terra di eccellenze alimentari, ovvero un buon campo sul quale investire. A queste esigenze pare rispondere perfettamente l’organizzazione mondiale WWOOF: l’acronimo sta per World Wide Opportunities on Organic Farm, che in italiano corrisponderebbe a Opportunità globali nelle fattorie biologiche, ed indica il nome di un network di livello mondiale, il quale si occupa di mettere in contatto tra loro fattorie biologiche e volontari che desiderano imparare a lavorare la terra e ritrovare un rapporto con essa.
Tutto è iniziato nel 1971 grazie ad un’idea dell’inglese Sue Coppard, appassionata di buon cibo e di cultura biologica: è stata proprio lei, infatti, che per prima ha pubblicato un annuncio su un giornale inglese, chiedendo ai concittadini se fossero interessati a partecipare a un weekend di lavoro in una fattoria biodinamica vicino a Londra. Inizialmente le risposte sono state solo in 3, ma l’iniziativa ha avuto di lì a poco molto successo e ben presto il numero delle fattorie che richiedevano di partecipare e dei volontari interessati è cresciuto di molto, fino a diffondersi oltre il Regno Unito. Così, ha preso vita negli anni il programma internazionale di WWOOF, che oggi conta una rete di circa 11.899 host (fattorie ospitanti) presenti in più di 51 Paesi e 80.149 WWOOFers (volontari).
Il motivo del successo dell’iniziativa è molto semplice: le aziende mettono a disposizione dei volontari vitto e alloggio per un periodo di tempo da concordare (di solito, almeno inizialmente, va da un weekend a una settimana) e la possibilità di imparare a lavorare in una fattoria biologica, mentre i volontari offrono il proprio contributo lavorativo dove necessario. Si crea, pertanto, uno scambio equo, il quale dà inoltre la possibilità di condividere esperienze utili anche per chi progetta di aprire in proprio un’azienda simile. Agli ospiti non è richiesto nessun tipo di capacità o conoscenza specifica nel campo, bensì solo entusiasmo e voglia di imparare: dunque, chiunque può partecipare. Si può, per di più, decidere di essere un WWOOFer di continuo, viaggiando da una parte all’altra del mondo tramite la rete disponibile di host facenti parte del progetto. Basta registrarsi, pagare una piccola quota d’iscrizione e consultare la lista delle aziende. I siti internet ufficiali per l’Italia a cui fare riferimento per qualsiasi informazione sono: http://wwoofinternational.org/ e http://www.wwoof.it/it/.
Lorena Peci
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