A Londra, metropoli europea in continua evoluzione, sarà realizzato entro il 2018 un ponte esclusivamente pedonale che ospiterà alberi, piante e fiori: una sorta di giardino sopraelevato, il quale servirà a collegare due zone molto centrali della città, ossia quella di Temple e quella di South Bank. La proposta è nata nel 2002 da un idea dell’attrice ed ex bond girl Joanna Lumley, che ha visto nel ponte un “paradisiaco giardino volante”, che «farà battere i cuori e calmerà le menti agitate». Il progetto è stato, così, affidato al designer britannico Thomas Heatherwick, a cui già era stata commissionata la creazione del gigantesco braciere per le Olimpiadi tenutesi a Londra nel 2012 e del nuovo bus a due piani realizzato per i turisti. Il ponte, a cui verrà dato il nome di Garden Bridge, sarà lungo ben 367 metri, sarà rivestito interamente di rame e ospiterà 270 alberi più arbusti, rampicanti, bordure e fiori, tutti rigorosamente provenienti da tipologie e specie facenti parti dell’ecosistema inglese. Su un totale di 6000 metri di superficie, quella effettivamente adibita alla coltivazione verde sarà di 2500 metri quadri. Il costo totale dell’ambiziosa opera è di ben 175 milioni di sterline, delle quali una parte proveniente da donazioni di privati al Garden Bridge Trust e un’altra, invece, da soldi pubblici.
La realizzazione del ponte verde, che sembra incarnare il sogno di un’oasi verde sospesa in mezzo al caos metropolitano, non è stata, in realtà, vista di buon occhio da tutti, in particolare dai londinesi che vedono nell’opera uno spreco inutile di soldi e che considerano il Garden Bridge né un vero parco né un vero ponte. Secondo molti, peraltro, questo non sarebbe affatto necessario, dati i già numerosi ponti e parchi della capitale britannica. A sostenere la tesi degli oppositori ci sarebbero anche gli elevati costi di manutenzione, stimati intorno ai 3 milioni e mezzo l’anno, e le restrizioni nell’usufruire del ponte/parco: la struttura non potrà contenere più di 2500 persone alla volta, dunque l’accesso sarà forzatamente limitato; inoltre, per ragioni di sicurezza sarà vietato l’accesso a ciclisti, manifestanti e a chiunque volesse organizzare un pic-nic. Pertanto il dubbio che balena in mente ai cittadini riguardo il fato che il Garden Bridge sia stato realizzato per lo più in qualità di ennesima attrazione turistica.
Nonostante le suddette opposizioni, il ponte ha già ricevuto il consenso da parte delle due municipalità londinesi coinvolte nel progetto, cioè Westminster e Lambeth, nonché quello del sindaco Boris Johnson, il quale in uno slancio di romanticismo ha definito il Garden Bridge «un ponte con nessun altro scopo che ricreare l’anima». I lavori partiranno il prossimo autunno, perciò non ci resta che aspettare il 2018 per ammirare questa nuova meraviglia architettonica, sperando che si riesca nello scopo annunciato dal primo cittadino londinese.
Lorena Peci
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