In meno di un anno sono addirittura tre le iniziative che stanno avendo per soggetto una o più opere di Italo Calvino, scrittore nato a Cuba nel 1925 e che ha segnato la storia politica e culturale del Novecento italiano. Da più parti del mondo e attraverso strade diverse, infatti, chi se ne intende di arti figurative e grafiche ha cercato di illustrare visivamente i mondi che l’autore, fra gli altri, de Il sentiero dei nidi di ragno, Marcovaldo, Gli amori impossibili e Il castello dei destini incrociati ha saputo delineare così bene mediante la scrittura. Dall’aprile 2014 è arrivato sotto i riflettori del Web il progetto Seeing Calvino, curato ogni mercoledì dagli artisti americani Joe Kuth, Matt Kish e Leighton Connor, i quali pubblicavano su Tumblr le trasposizioni delle cinquantacinque città invisibili che hanno dato il nome all’omonima pubblicazione. L’uno dallo stile poetico, l’altro più onirico e visionario, il terzo fumettistico. Tutti hanno contribuito associando alla propria creazione un estratto del romanzo e alcune informazioni tecniche.
Una seconda iniziativa nata ancora una volta sulla base dell’opera edita nel 1972 è stata curata, nel 2015, da Karina Puente Frantzen, architetto di Lima (Perù) che ha realizzato delle rappresentazioni costituite da più strati di carta ritagliati e sovrapposti, in modo da ricreare un effetto tridimensionale delle curiose città (vd. immagine di copertina). «Di norma, conduco delle ricerche, rifletto e concepisco ogni città nell’arco di tre settimane, prima di iniziare a realizzarne degli schizzi», aveva dichiarato la Frantzen in quell’occasione.
Il 2016, invece, è l’anno in cui ad essere ripreso è Il Barone Rampante, dato alle stampe nel 1957 e ripreso in un libro il cui titolo è Cosimo, messo a punto dall’artista catalano Roger Olmos. Lo spagnolo in questione ha molta esperienza nel settore preselto, tant’è che ad oggi ha già curato una cinquantina di opere illustrate, utilizzando sempre uno stile colorato e delicato, dalle atmosfere talvolta barocche, ma sempre particolarmente eteree. La storia di Cosimo Piovasco di Rondò, che sale su un albero dopo una lite con il padre e che lì decide di vivere, senza mai più scendere, è quella che, a trent’anni di distanza, il disegnatore ha adesso prescelto per la propria produzione, rendendo un ulteriore omaggio a Calvino a oltre trent’anni, ormai, dalla sua scomparsa.
Nel caso specifico, il valore dell’opera è spiccato anche dal punto di vista estetico: la narrazione, infatti, è assolutamente priva di testi, ma il filo conduttore è semplice da seguire grazie alla cura descrittiva dei dettagli e alla fantasia con cui luoghi e personaggi sono resi vivi fra linee curve e pennellate. Olmos, che sostiene di ispirarsi allo statunitense Brad Holland, al francese Caza e al britannico Brian Froud, ha infatti deciso di scrivere una sola riga sull’intreccio e sulla propria decisione di far rivivere panorami, amori, caratteri e relazioni interpersonali: «Dedicato a Italo Calvino e a tutti coloro che sono fedeli a sé stessi». Le sue visioni avvolgenti e surreali, comunque, sono più che eloquenti e hanno reso il suo progetto un capolavoro da collezione, oltre a trasformarlo anche in una mostra esposta a Bologna durante tutto il mese di aprile, in 24 bacheche collocate fra via dell’Indipendenza e via S. Giuseppe. Un successo a libro e a cielo aperto, insomma.
Eva Luna Mascolino
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