Ad una settimana dall’addio di Rossi in MotoGP, giunge al giro di boa anche la Superbike. Stagione a ritmi serrati: elevatissima la competizione tra i piloti, quest’anno più che mai.
Uno strepitoso Toprak Razgatlioglu ha saputo tener testa fino all’ultimo al 6 volte campione del mondo Jonathan Rea. Per il nordirlandese, dopo sei anni consecutivi di dominio incontrastato, è arrivato il momento di scendere dal trono. Destino della sorte, ad interrompere il dominio Kawasaki, proprio un loro ex pilota.
Il devastante binomio Rea-Kawasaki (che per molti anni ha ricordato il concomitante dominio Márquez-Honda in MotoGP), cede il passo a Toprak e alla sua Yamaha R1. Il drammatico calo di Rea è avvenuto a partire da Jerez de la Frontera, weekend in cui ballava solo 1 punto tra sé e Razgatlioglu.
Una serie di risultati favorevoli al turco hanno fatto sì che il suo vantaggio incrementasse di gara in gara, arrivando all’ultimo appuntamento, in Indonesia, a +30 dal suo diretto rivale nordirlandese.
Numeri da capogiro per i due contendenti: 29 volte sul podio il neocampione Razgatlioglu, 30 per il veterano Jonathan Rea. Per entrambi 13 vittorie stagionali e 9 seconde posizioni (a parità di punti, Toprak sarebbe stato in vantaggio per aver vinto più gare “lunghe”, contro le vittorie “minori” di Rea arrivate dalla Superpole race). L’ex campione Kawasaki nel suo palmarès stagionale ottiene una terza posizione in più del turco, accumulandone 8.
In virtù di ciò, in Indonesia, a Razgatlioglu è bastato piazzarsi in seconda posizione in Gara1 per laurearsi campione del mondo. Inutile, ai fini della classifica, la doppia vittoria di Rea sotto il diluvio indonesiano.
Determinanti, nell’assegnazione del titolo, le cadute stagionali. Alla fine viene premiata la costanza: ne esce vittorioso il pilota che meno ha sbagliato, non facendosi sopraffare dalle forti pressioni psicologiche. Disarmante l’imperturbabilità di Toprak in alcuni momenti chiave del mondiale.
E se da un lato Rea sfoga la sua frustrazione sul comparto ingegneristico Kawasaki che quest’anno non ha saputo fornirgli un supporto adeguato; dall’altro, risale in auge Yamaha, con il suo eccellente lavoro tecnico abbinato alla qualità di un pilota cresciuto esponenzialmente negli anni.
Menzione d’onore alla vecchia conoscenza MotoGP Scott Redding che, giunto al secondo anno su Ducati Panigale V4, sfodera una meravigliosa stagione che solo due giganti di categoria come Rea ed il sorprendente Razgatlioglu avrebbero potuto eclissare. Per il pilota britannico 23 podi stagionali (7 vittorie, 11 volte 2°, 5 volte 3°) che gli garantiscono il terzo posto nella classifica mondiale.
Dando uno sguardo alla classifica, salta all’occhio come nelle prime tre posizioni abbiano concluso tre competitors differenti: Yamaha, Kawasaki e Ducati. Segno che le Superbike si somiglino sempre più, o che sia la capacità del pilota a fare la differenza? O, perché no, entrambe? Qualunque sia la risposta, ciò che è certo è che abbiamo assistito ad un mondiale emozionante giocato a viso aperto.
Scott Redding congeda così, con questo terzo posto, la casa di Borgo Panigale, accasandosi con BMW per l’anno venturo: andrà a far coppia con Michael van der Mark. Fuori dai giochi dunque la leggenda Tom Sykes che abbandona la categoria dopo 14 stagioni.
Restando in casa Ducati: la Panigale V4 vacante di Redding tornerà in mano ad Alvaro Bautista. Dopo ben due anni dalla separazione consensuale, lo spagnolo fa pace con Ducati. E chissà che magari l’anno prossimo possa riuscire a bissare lo strepitoso avvio di due anni fa (11 vittorie nelle prime 11 gare, record all-time).
Il motivo della separazione fu l’improvviso calo che costò a Bautista il mondiale, complice una stagione a dir poco eroica da parte di Jonathan Rea: 34 podi in 37 gare, di cui 17 vittorie, 16 secondi posti, 1 terzo posto, 2 quarti posti ed 1 quinto posto.
Largo spazio anche ai giovani talenti nostrani: Micheal Ruben Rinaldi e Andrea Locatelli: stagione di assestamento per entrambi i piloti. Rinaldi, dopo essere stato il miglior pilota dei team indipendenti nel 2020, conclude il primo anno in Ducati ufficiale in sella alla Panigale V4 con degli ottimi risultati: in mezzo ai giganti, ha portato a casa 3 vittorie.
D’altra parte, Andrea Locatelli, alla sua prima stagione in Superbike, si è dimostrato all’altezza della Yamaha. Arrivato da campione della Supersport 600 nel ruolo non facile di compagno di squadra di Razgatlioglu, l’asso italiano ha saputo sfoderare una stagione eccellente, condita da 4 podi. Un biglietto da visita senz’ombra di dubbio interessante: tanti punti e tanta costanza. Il titolo di miglior rookie dell’anno non poteva che portare il suo nome. All’ultima gara, si prende anche la briga di superare in classifica mondiale il connazionale Rinaldi, terminando il mondiale 4°.
Occhio di riguardo per Axel Bassani, giovane Ducatista veneto classe ’99 che quest’anno ha fatto vedere grandi cose. Con la sua Ducati del team Motocorsa Racing ha collezionato un secondo posto in Gara1 al Montmeló e tanti buoni posizionamenti. Come per Locatelli, anche per Bassani la stagione 2021 ha rappresentato l’esordio in Superbike.
Yamaha nel 2021 ha fatto razzia completa: Toprak Razgatlioglu campione del mondo, Andrea Locatelli miglior rookie dell’anno e Garrett Gerloff miglior pilota dei team indipendenti. Un mix di fattori che non possono far altro che consegnare alla casa di Iwata il premio come miglior casa costruttrice.
Per una casa che gioisce, una che arranca: dopo una stagione non entusiasmante, Honda rivoluziona completamente i propri box. Fuori Haslam e Bautista, dentro Iker Lecuona dalla MotoGP e Xavi Vierge dalla Moto2. Discorso inverso per Kawasaki e Yamaha, le quali confermano le proprie line-up.
Spazio anche per Chaz Davies: l’icona britannica abbandona le corse dopo 10 anni ad alto livello in Superbike. Diverse le volte in cui ha sfiorato il titolo, ma sfortunatamente per lui non c’è mai stato nulla da fare. Il numero 7 appende il casco al chiodo con il titolo di campione della Supersport datato 2011 nel suo palmarès.
Termina così la Superbike 2021, con un nuovo campione e tante belle aspettative per la stagione che verrà. Tanti cambiamenti nel paddock, tanto talento in attesa di essere espresso. Una categoria che, grazie alle nuove rivalità e al rimescolarsi delle carte, acquista progressivamente fascino e attenzione.
Classifica finale campionato mondiale Superbike:
Luca Lazzaro
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