In una realtà tanto frenetica e competitiva come quella del calcio, spesso e volentieri emergono storie che vanno oltre il campo da gioco. Racconti che sanno di empatia e umanità. Rientra fra questi, il bel gesto del tecnico del Liverpool, Jürgen Klopp, che ha invitato Sven-Goran Eriksson ad Anfield per allenare simbolicamente (per un giorno) il club del Merseyside. L’ex allenatore svedese, 75 anni, è affetto da una malattia incurabile e ha recentemente dichiarato che avrebbe desiderato allenare il Liverpool nel corso della sua lunga e gloriosa carriera.
Il sogno di Sven-Goran Eriksson potrebbe presto diventare realtà, seppur soltanto parzialmente, grazie alla generosa proposta di Klopp che guida il Liverpool dal 2015. Il tedesco ha parlato in merito alla situazione dell’ex allenatore svedese nel corso della conferenza stampa in vista della gara di domani sul campo del Bournemouth. Lo stesso tecnico tedesco ha dichiarato: “Eriksson è il benvenuto qui. Può venire quando vuole e sedersi nel mio ufficio. Gli mostrerei quello che abbiamo costruito in questi anni e sono certo che per lui sarebbero delle ore stupende al nostro fianco”. ha dichiarato l’ex allenatore di Mainz e Borussia Dortmund, che col Liverpool ha vinto ben sette trofei, di cui una Premier League, una Champions League, una FA Cup, una Supercoppa europea, un Mondiale per club, un Community Shield è una Coppa di Lega.
Eppure, un gesto del genere fatto da Jurgen Klopp non stupisce più di tanto. Il nativo di Stoccarda è un personaggio che, anche in passato, ha dimostrato in molteplici occasioni di avere un cuore d’oro. Per Sven-Goran Eriksson potrebbe anche esserci la possibilità di allenare il Liverpool in una partita delle leggende dei Reds. Un evento che regalerebbe una giornata di gioia a un uomo che, purtroppo non può più lavorare come un tempo a causa della malattia. Un tumore in stato avanzato al pancreas che ha già colpito altri organi, tra cui fegato e polmoni, che lascia l’ex storico allenatore svedese con non molto tempo da vivere.
Nel corso della sua carriera da allenatore, durata poco più di quarant’anni, Sven-Göran Eriksson ha messo in bacheca ben 22 trofei e ha lasciato il segno anche in Italia, vincendo lo storico Scudetto del 2000 con la Lazio. Con i biancocelesti, guidati dal 1997 al 2001, ha vinto anche una Coppa delle Coppe, due Coppe Italia, una Supercoppa europea e due Supercoppe italiane.
Lo stesso, inoltre, ha ricoperto anche il ruolo di direttore tecnico della Roma dal 1983 al 1987. Della Fiorentina dal 1987 al 1989 e della Sampdoria dal 1992 al 1997, trionfando in Coppa Italia nel 1986 con i giallorossi e nel 1994 con i blucerchiati. Oltre a ciò, ha allenato quattro nazionali: l’Inghilterra dal 2001 al 2006; il Messico dal 2008 al 2009; la Costa d’Avorio nel 2010 e le Filippine dal 2018 al 2019.
Tra le diciannove squadre di cui è stato allenatore o direttore tecnico, però, manca proprio il Liverpool. Un club che tanto avrebbe voluto allenare e che, grazie al gesto di Jurgen Klopp, potrà avere la possibilità di guidare anche se simbolicamente e per un solo giorno. Una gioia che potrà permettere a Sven-Goran Eriksson di affrontare con maggior serenità il dramma della malattia.
Nel corso della sua intervista a Nicolò De Devitiis de Le Iene, andato in Svezia per incontrarlo, Sven-Göran Eriksson si è mostrato sorridente ed emozionato di fronte alle tante manifestazioni d’affetto nei suoi confronti. Inoltre, ha fatto sapere di voler continuare a vivere il più a lungo a possibile senza pensare ossessivamente alla malattia. In virtù di ciò, la possibilità di recarsi al centro sportivo del Liverpool – l’avveniristico AXA Training Center – incontrare Jürgen Klopp e i giocatori, potrebbe senz’altro offrirgli un momento di forza e resilienza mentre affronta la sua sfida personale.
La storia di Eriksson, incorniciata dal gesto altruista di Klopp, ci ricorda che il calcio può essere più di un semplice sport. Quest’ultimo, quando vuole, può essere uno strumento per coltivare speranza. Dare coraggio. Ispirare persone. Creare legami che superano le sfide della vita. Nel cuore di Anfield, il calcio diventa un mezzo per esprimere la più nobile delle emozioni umane: la solidarietà. Il gioco più amato e seguito al mondo, d’altronde, è uno dei più potenti “soft power” capace di offrire a chiunque lo ami un rifugio in cui la compassione supera le barriere della competizione.
Fonte foto in evidenza: Eurosport
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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