Buon compleanno Pippilotta Viktualia Rullgardina Krusmynta Efraimsdotter Långstrump! Ma di chi stiamo parlando? Ma di Pippi Calzelunghe ovviamente! Il 9 marzo scorso, Pippi ha compiuto ben 70 anni. Come dimenticare quel viso pieno di lentiggini, quelle rosse trecce all’insù, quei calzettoni colorati spaiati dell’attrice – bambina – Inger Nilsson? Siamo nel 1969, quando uscì il primo film, e lei aveva appena dieci anni.
Ma partiamo dall’inizio. Era il lontano 21 maggio 1944, quando la scrittrice Astrid Lindgren scrisse un manoscritto sulle avventure di questa strampalata bambina, che consegnò alla figlia successivamente. Nessuno si sarebbe mai aspettato che Pippi Calzelunghe diventasse un mito così amato dal quel fatidico 13 settembre 1945, giorno in cui il manoscritto venne affidato alle stampe svedesi e subito, raccogliendo il favore dei lettori, il personaggio della Lindgren divenne un modello eccentrico e irriverente per tutte le bambine del mondo. Pippi infatti è forte, indipendente e non ha paura di nulla, si veste come le piace, non ha regole né orari. In più non va a scuola, non rispetta l’educazione, addirittura fuma; complice la mancanza di una famiglia propria – la madre è morta ed il padre di mestiere fa il pirata – non sembra riconoscere l’autorità genitoriale (e nessun altra, a dirla tutta, tanto meno degli adulti), esaltando in tutto e per tutto uno spirito di ribellione fine a sé stesso. Uno spirito che per molti sembrò impersonare il più vero esempio di una sostanziale indipendenza, contribuendo quindi all’emancipazione femminile in un mondo che fino ad allora era prevalentemente dominato dal genere maschile. Ma, dall’altra parte, si stigmatizzò questa totale impermeabilità alle regole e alle convenzioni sociali. Fatto sta che con lei è scomparso il cosiddetto “sesso debole”. Con lei fu quasi impossibile dire a una bambina “stai ferma, stai composta, stai seduta”: tutte volevano assomigliare a Pippi.
Un personaggio senza precedenti insomma, che riuscì a varcare i confini svedesi, venendo tradotta in più di 50 lingue (in Italia nel 1958, da Vallecchi) e guadagnandosi anche a partire dal 1969, la trasposizione televisiva delle vicende della Lindgren con la sopracitata Inger Nilsson, diventando definitivamente un cult globale: non è un caso quindi che in paesi come il Vietnam o l’Indonesia, le bimbe la conoscano e la adorino alla follia (nel primo caso lì è conosciuta con l’astruso Pippi Tat Dài, mentre in Indonesia è chiamata Pippi Se Kaus Panjang). Pippi non conosce tramonti, come testimoniano i film e le serie tv che ancora oggi vengono trasmessi, e che ancora oggi sono capaci di incollare alla tv milioni di ragazzi affascinati da questa spericolata eroina. Data l’occasione del 70esimo anniversario, è stato dedicato a Pippi uno spazio alla Fiera del libro per ragazzi, in programma a Bologna dal 30 Marzo al 2 Aprile. Pippi, non hai nulla da invidiare all’universo maschile: non possiamo augurarti altro che 100 di questi anni! Auguri!
Chiara Grasso
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