Siamo al centro della settimana più glamour dell’anno: quella della “Milano Fashion Week”, appuntamento irrinunciabile per tutti i cultori della moda. “Voci di Città” vi aiuta a scoprire tutte le tendenze più importanti, proposte dalle maggiori sfilate, che ci accompagneranno nella prossima stagione primavera/estate 2017.
MILANO – Pronti a fare una full-immersion nel mondo della moda? È proprio in queste ore che i designer stanno mostrando le tendenze del futuro agli occhi dell’universo fashion. Scopriamo insieme cosa ci proporranno i maggiori stilisti.
Atmosfere luxury e opulenza dell’America degli anni ’80 rappresentano il mood scelto dal brand per la prossima stagione. In passerella si è vista sfilare una donna eccessiva nei dettagli e nelle forme: i profondi spacchi degli abiti e le provocanti scollature fanno pensare a Hollywood, in perfetto stile Dynasty e Dallas. C’è anche tanta contrapposizione: le linee fluide si abbinano con straordinaria facilità a capi più strutturati. Le spalle e le maniche sono evidenziate da seducenti rouches, il decolletè cattura l’attenzione grazie a delicati giochi di balze e asimmetrie. Sempre in stile dress to impress sono anche le gonne a sirena, i crop-top micro che vanno a braccetto con pantaloni a vita altissima, ma non mancano nemmeno quelli sia a zampa che a palazzo. L’animalier, considerato il marchio di fabbrica della maison, è ravvivato dal laminato. Gli anni ’80 rivisitati e corretti li ritroviamo nelle maxi lunghezze abbinate a cardigan e giacche oversize, con tanto di luccicanti paillettes, ma anche in versione pop-rock: rete, denim strappato e accessori ricordano Madonna sulle note di Like a virgin.
«Lo sportswear è il futuro della moda, renderlo unico e lussuoso è la mia sfida, questa stagione. Questa collezione riguarda una sola cosa: la libertà. Libertà di movimento. Libertà di agire. Libertà di essere chiunque tu voglia essere. Libertà di sentirsi sexy e femminili anche quando si indossa un completo maschile con giacca allungata e leggins in pizzo o quando si porta un abito in nylon tecnico strizzato da coulisse o un long dress a pieghe oppure un tubino interrotto da spacchi profondi o si sceglie una lunga canotta in rete e cristalli. Lo sportwear è il futuro della moda…renderlo unico è la mia sfida» ha dichiarato così Donatella Versace prima che iniziasse la sfilata. Il suo obiettivo è stato centrato; in passerella ha sfilato una donna sicura di se e consapevole della sua femminilità anche portando uno smoking. I colori prediletti sono stati il verde, il nero, il giallo e il kaki, con completi di taglio sartoriale e abiti drappeggiati o dagli spacchi profondi. I giacchini sono micro, alternati a parka oversize.
La collezione disegnata da Christian Beck punta tutto sul motivo conturbante del caleidoscopio. Aigner presenta una collezione dove vi è una svariata gamma di colori, con grafici e motivi differenti, mischiando anche applique in metallo ed elementi decorativi. Il mood è visibilmente anni ’70 per ciò che concerne colori e i tessuti, mentre sono gli anni ’90 e le atmosfere del memorabile Studio 54 l’epoca scelta per quanto riguarda le silhouette. Prugna, malva, marrone chiaro e grigio sfumato si mescolano con lime, verde lapis, rosa e mirtillo rosso, portando una ventata di freschezza per la prossima stagione calda. C’è anche qui tanto denim, molta pelle (velluto e nappa) e il tulle, che vengono impreziositi da dettagli ricamati. Gli abiti sfoggiano motivi geometrici sul velluto devoré, mentre i pantaloni sono in perfetto stile disco-dance grazie alle numerose paillettes: tutte proposte per un perfetto mix and match. Le pietre Swarovski in tinta inondano anelli, pendenti, persino le clip degli orecchini. Le scarpe, presentate in tre modelli, che siano tacco o ballerine o sabot, sono rigorosamente a punta in velluto colorato o sughero.
Parola chiave: semplicità. I designer per questa collezione primavera/estate 2017 hanno accantonato l’estrosità per cedere il passo a uno stile “indossabile”. Ed ecco, quindi, le stampe con motivi geometrici che ricordano tanto la tappezzeria anni Settanta; le divise da educanda e le piume che caratterizzano i profili delle stole, rilanciano una voglia di purezza e una semplicità senza precedenti. La qualità del made in Italy in questa occasione ha una parvenza d’astrattismo, forse anche perché i tessuti hi tech hanno sfilato assieme ad altri preziosissimi.
Charmani è il neologismo più adatto per definire la collezione p/e 2017 di Giorgio Armani. Re Giorgio manda in scena modelle che mettono in luce le gambe senza eccessi; i pezzi in collezione sono stati in tutto 52, le piccole gonne a mo’ di pareo si alternano a bermuda-saruel in morbido jersey, mentre i pantaloni sono costruiti con velature per un effetto “vedo-non-vedo” davvero charmant. Le tute di maglia jacquard hanno presentano un nuovo dinamismo e vanno portate assieme a piccole giacche decostruite, realizzate in tessuti preziosi o in pelle lavorata a intreccio. Per la sera Armani sceglie una moltiplicazione di ricami impalpabili di micropaillettes e cristalli di abiti di leggerissima georgette o organza.
Il direttore artistico di Moschino, Jeremy Scott, anche quest’anno non si è smentito e ha presentato una collezione pop assolutamente apprezzabile. Quest’anno ha stupito tutti con delle stupende paper dolls e un gioco di “taglia e incolla” davvero originale. Impreziositi da dettagli trompe l’oeil e dalle decorazioni illustrate, gli abiti della collezione p/e 2017 sono un inno all’interazione tra verità e finzione. La sfilata inizia con un lungo abito aderente e spalline sottili che copia il piedistallo pieghevole delle bambole di carta. I primi abbinamenti ricordano l’iconografia di Franco Moschino: i suoi pois rossi e neri, le catene, il simbolo della pace, gli orsi. Ma le perle sono piatte, i gioielli sono dipinti e gli orsi non esistono. Il finale è un tripudio di abiti da sera in pieno stile Dada: ruches, fiocchi e drappeggi sembrano dipinti sulle modelle. Insomma, un effetto ottico 3D per una realtà 2D. Di fronte ricami, strass e colori con un effetto iper-reale, ma dietro il nulla. Proprio come delle paper dolls che si rispettino.
Chiara Grasso
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