È possibile che, anche quando si creda di aver acquistato un casco omologato e a norma di legge, in caso di incidente le conseguenze siano poi tutt’altro che positive, portando a contusioni cerebrali piuttosto drammatiche. La tecnologia, però, non poteva non pensare anche a questo ed ecco perché Hövding è oggi la soluzione al problema più all’avanguardia sul mercato. Inventato da due studentesse della Lund University, Anna Haupt e Terese Alstin, questo particolare casco protettivo è, in realtà, una sorta di airbag dotato di accelerometri e giroscopi per ciclisti.
La particolarità del cuscino salvavita consiste nel suo essere in grado di rilevare qualsiasi movimento anomalo, con la possibilità a quel punto di espandersi in meno di un decimo di secondo e di mettere al riparo testa e collo dagli urti pericolosi. Il tessuto con cui è realizzato assomiglia a una fibra di nylon particolarmente resistente, la quale riesce a coprire e proteggere la maggior parte dell’area cranica molto più di un usuale casco integrale. Per di più, contrariamente a tutti gli altri caschi facilmente distinguibili all’occhio umano, Hövding riesce a camuffarsi facilmente e ad essere scambiato con uno scaldacollo alla moda qualsiasi. Chi ama seguire le tendenze del momento potrà, quindi, cambiarne facilmente il design grazie a delle apposite cerniere lampo. Ricaricabile mediante porta USB, Hövding è resistente all’acqua e al suo interno contiene una scatola nera che salva ogni movimento del ciclista nei dieci secondi prima dell’incidente.
Ci son voluti ben sette anni, sette milioni e mezzo di euro tra finanziamenti privati, premi vari e una cooperazione con l’impresa Alma Sweden, affinché Hövding potesse finalmente essere commercializzato. Dalle ricerche, inoltre, è emerso che la protezione è otto volte maggiore rispetto a un copricapo protettivo di altro tipo. Insomma, sembrerebbe un ottimo motivo per spendere oltre 400€ e per acquistare un elemento che, una volta concluso il proprio ciclo, si potrà rispedire in Svezia perché venga riconvertito. D’ora in poi, quindi, andare in bici non sarà più tanto una preoccupazione quanto un piacere – solo, ovviamente, se si porterà Hövding con sé.
Anastasia Gambera
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