« I sogni son desideri» canta Cenerentola, quando, ancora ignara del lieto fine che l’attende, sogna il suo «e vissero per sempre felici e contenti» insieme al principe. E Belle danza radiosa tra le braccia della Bestia, certa che anche per lei sia previsto il tanto sperato happy ending, mentre Mulan, dopo aver salvato la Cina, festeggia insieme al suo cavaliere. Da quasi un secolo Disney nutre l’immaginazione di grandi e piccini con le sue magiche storie di principesse e principi, di animali parlanti, ma anche di malvagie matrigne, di streghe e stregoni che, invano, tentano di ostacolare la buona riuscita delle vicende. Poco importa, infatti, quanti sotterfugi questi super malvagi della fantasia possano operare, alla fine il male verrà sempre sconfitto e i buoni ricompensati. Questo nel fatato e perfetto mondo Disney. E se i personaggi più amati dagli adulti e dai bambini di tutto il mondo vivessero nella realtà?
Ci ha pensato Jeff Hong a catapultare i protagonisti dei celebri cartoni nella cruda concretezza del mondo reale. L‘animation artist, il quale si ispira a produzioni Disney quali Mulan, Tarzan, Hercules e Le follie dell’imperatore, gestisce un blog sul celebre social network Tumblr; su Unhappily ever after, l’artista ripropone gli eroi dell’immaginario Disney in situazioni, che lontane dalla magia e dall’incanto delle fiabe, si presentano, al contrario, per la crudezza della loro realtà e attualità. Nessuna intenzione di criticare l’universo fatato proposta dalla compagnia disneyana giace in fondo all’iniziativa di Hong, il quale sostiene, invece, di essere un grande ammiratore della casa cinematografica. Lo scopo è altresì quello di risvegliare, dissacrando gli eroi dell’infanzia e non solo, le coscienze riguardo a problematiche concrete che affliggono la società contemporanea. L’inquinamento, la deforestazione, le violenze sugli animali, il razzismo, la corsa al potere, la smania di ricchezza si intersecano nelle opere dell’animation artist al mondo dell’immaginazione, deturpandolo e privandolo della propria anima.
Ecco che ritroviamo il tenero orsacchiotto ghiotto di miele, Winnie the Pooh, rimasto ormai senza casa a causa della deforestazione sfrenata perpetuata dall’uomo a scapito della natura, mentre l’elefantino Dumbo trema alla vista di un addestratore d’elefanti, il quale stringe in mano una frusta insanguinata. E cosa dire del povero Bambi, che, vittima del bracconaggio, diviene puro oggetto ornamentale, un mezzobusto appeso alla parete di un salotto? Alla provocazione di Hong non sfugge nemmeno uno dei personaggi più recenti della Disney, Ratatouille, il topolino con la passione per la cucina, vittima della sperimentazione scientifica sugli animali e divenuto cavia da laboratorio nei disegni dell’artista. Se nella finzione, ancora, i centouno cuccioli di dalmata ( protagonisti del film d’animazione la Carica dei 101) sfuggono alla follia omicida di Crudelia, nella realtà, secondo Hong, essi vivrebbero nelle gabbie di uno squallido canile.
Anche per le famose principesse della Disney il disegnatore immagina un finale ben diverso: niente lieto fine, nessun principe azzurro, nessun matrimonio felice. La realtà non è tutta rose e fiori: tale è l’idea di Hong e persino le principesse cadono vittime di quest’ottica. Se Ariel resta incapace di nuotare su una spiaggia distrutta da una fuga di petrolio, Mulan, in Cina, passeggia tra il pulviscolo causato dall’inquinamento dell’aria indossando una mascherina. Mentre Pochaontas osserva inorridita l’avidità umana, simboleggiata da un casinò, Bellefissa preoccupata un progetto di chirurgia estetica sul suo volto. Infine, Cenerentola vestita con dei miseri stracci sosta in un buio vicolo di periferia.
Certamente attingere al panorama dell’immaginario Disney per denunciare le questioni più scottanti dei giorni nostri è un iniziativa innovativa. Forse è proprio vero che, se i personaggi Disney vivessero nella realtà, per essi non ci sarebbe alcun lieto fine. Eppure, proprio per tali ragioni, forse bisognerebbe lasciare che vivano solo nell’immaginazione. Questi personaggi rappresentano da generazioni gli eroi di adulti e bambini, sono portatori di morali e valori incorruttibili, se non altro nella fantasia. Meglio ricondurli alla realtà, dunque, o lasciare che, almeno loro, conservino il loro lieto fine, il loro vivere per sempre «felici e contenti»?
Debora Guglielmino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.