Le sigarette sono sicuramente tra le sostanze tossiche (legali) più letali al mondo. Un semplice tiro può rilasciare centinaia e centinaia di sostanze tossiche, di cui quaranta circa dichiarate cancerogene. Parliamo del catrame, il formaldeide o il monossido di carbonio, solo per citarne alcune. Insomma, non è una novità che fumare le bionde sia sicuramente un vizio da evitare assolutamente, anche e soprattutto perché sono tra le principali cause di morte prematura della nostra società. Lo smodato consumo di sigarette produce degli effetti sul nostro corpo ben noti, grazie anche e soprattutto alle immagini molto forti che i vari pacchetti presentano da un anno a questa parte; immagini riprovevoli, senza ombra di dubbio, ma che rendono i fumatori più che consapevoli di ciò a cui vanno incontro. Ma cosa accade quando invece si sceglie di lasciare per sempre il tanto amato tabacco? Qui di seguito tutti gli effetti a cui è sottoposto il corpo di un ex consumatore di sigarette dai primi minuti agli anni successivi.
Sebbene possa sembrare al dir poco assurdo, i primi benefici arrivano già dopo i primi venti minuti: la nicotina, principale causa dei vari sintomi del fumatore doc, rilascia dei neurotrasmettitori che fanno aumentare il battito cardiaco e restringere i vasi sanguigni; pressione e battito ritornano quindi ai livelli standard ma a beneficiarne sono anche mani e piedi che tornano ad una temperatura corporea più alta in quanto il restringimento dei vasi ne provocava dapprima il loro “raffreddamento”. Passata qualche ora (circa 8, per la precisione), il sangue comincia a liberarsi del monossido di carbonio, che nei fumatori assidui potrebbe comunque aumentare le dimensioni dei globuli rossi e con essi la probabilità di pericolosi coaguli. Passata un’intera giornata l’ormai ex fumatore comincia a provare i primi fastidi: l’organismo tenta di liberarsi dalle tossine ancora in circolo nelle vie respiratorie; è normale dunque che una tosse moderatamente frequente cominci a farsi presente dopo sole 24 ore.
Il rischio di sviluppare malattie coronariche cala drasticamente e dopo 48 ore sono le papille gustative a trarre altri benefici. I sapori tornano a farsi sentire e il cibo sembra molto più appetitoso del solito. Questo perché le piccole strutture neuroepiteliali sono generalmente più appiattite nella bocca di un fumatore e perdono (in base al fumo che viene inalato) gran parte della loro sensibilità. Dopo poco più di due giorni i benefici che ha acquistato il nostro corpo sono innumerevoli, ma passata qualche ora inizia la fase più dura del ciclo: l’astinenza da nicotina.
In questo caso è la volontà a fare la differenza. Cominciano mal di testa, nausea e soprattutto ansia e depressione. È noto, infatti, che la nicotina aiuta molto a “distendere gli animi” e la sua assenza provoca una serie di sintomi che l’ex fumatore deve affrontare per smettere del tutto e rendere la strada verso la fine della dipendenza in discesa. Anche e soprattutto per questo, spesso e volentieri, è sconsigliato smettere di fumare nei periodi di forte stress, in cui è sicuramente più difficile gestire conseguenze del genere. Per cui, se voleste intraprendere la via della disintossicazione da sigarette sarebbe bene farlo in un periodo di serenità, in cui molti fattori esterni difficilmente spingerebbero ad un ritorno al trinomio filtro-cartina-tabacco.
Superata questa fase, come detto, la strada è in forte discesa. Passato un mese la nicotina smette di interferire con la funzionalità dell’insulina, cosicché il rischio di diabete, di cancro e altre malattie cardiovascolari scende drasticamente. Sempre l’assenza di nicotina permette alle ciglia che trasportano i detriti delle vie respiratorie verso l’alto di riformarsi: scendono dunque i rischi di infezioni, nonché l’aumento anomalo di muco. I polmoni cominciano a ripulirsi definitivamente e la capacità respiratoria aumenta. Passati i 365 giorni si dimezza anche il rischio di malattie cardiache, mentre per dimezzare il rischio di un tumore ai polmoni si deve aspettare il primo decennio.
Dopo altri 5 anni, infine, sparisce definitivamente il rischio di avere un infarto, ma in questo caso bisogna guardare con attenzione lo stile di vita condotto dall’ex fumatore. Questi benefici, elencati in base al decorrere di ore, giorni e anni, sono ovviamente non assoluti, e possono variare da persona a persona. Le conseguenze del reiterato uso di sigarette, infatti, possono variare in base alle sigarette fumate mediamente in un giorno, nonché al tempo che è decorso dalla prima all’ultima sigaretta. In ogni caso, danni irreversibili ai polmoni a parte, smettere di fumare può notevolmente migliorare lo stile di vita di un qualunque individuo. Convinti di voler ancora fumare quel pacchetto che avete appena comprato?
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»