≪Quale immagine triste che usiamo per le donne che ce la fanno, definiamo il risultato in termini di carriera e non di trionfo. Il nostro obiettivo con Firsts è trovare per ogni ragazza, una donna la cui presenza nelle massime posizioni di successo le dica che è sicuro salire, che deve farlo, perché la vista è spettacolare≫.
L’intento del nuovo speciale firmato Time è proprio questo. «Firsts: Le donne che stanno cambiando il mondo» è il titolo del progetto che vede la pubblicazione di 12 copertine diverse, ciascuna dedicata a una donna simbolo dei nostri giorni.
Il titolo richiama il concetto di First Lady, ma in realtà lo capovolge: perché si racconta di ragazze, giovani o meno, che hanno primeggiato lottando con le loro forze e non per i successi del marito.
A saltare all’occhio nomi noti come quello dell’eccentrica conduttrice Oprah Winfrey: la prima donna a possedere e produrre il proprio talk show. O ancora di Serana Williams, che detiene il record di 23 Grand Slam vinti. Tanti anche i volti di donne di cui pochi conoscono la reale grandezza. Impressionante la storia di Katharine Jefferts Schori, la prima donna eletta vescovo tra gli episcopali. Come anche quella di lhan Omar, la prima musulmana di origine somala a diventare deputato negli Stati Uniti d’America.
Molti potrebbero etichettarlo come un’ennesima trovata di marketing e di business. Un modo efficace di sfruttare il forte sentimento femminista che vede molte giovani giustificarsi degli insuccessi, nascondendosi dietro la discriminazione ed il tanto abusato concetto di soffitto di cristallo.
Tuttavia basta iniziare a leggere sul sito del Time l’intera pagina dedicata all’approfondimento, per immergersi totalmente nella storia di queste 46 donne che spiegano la loro scalata verso il successo.
≪There is plenty of room in the world for mediocre men, but there is no room for mediocre women≫
(c’è molto spazio al mondo per uomini mediocri, ma non c’è spazio per donne mediocri)
Madeleine Albright, la prima donna a diventare segretario di Stato degli Stati Uniti e ambasciatrice per 4 anni delle Nazioni Unite, riassume così il problema dell’occupazione femminile. Racconta del coraggio che ha dovuto raccogliere per parlare di fronte a stanze piene di uomini, di come ha sempre cercato di dimostrare il suo valore ed il motivo per cui meritava di ricoprire quel ruolo.
Oprah invece ha raccontato del modo in cui con coraggio ha rivendicato uno stipendio adeguato al suo lavoro. Di come ha affrontato il proprio capo mettendolo di fronte al fatto che lei ed il suo collega, svolgendo esattamente lo stesso lavoro e sedendo uno accanto all’altro in trasmissione, avessero disparità nella busta paga. Con soddisfazione non si vergogna di protestare e di mettersi seduta, aspettando di ottenere il giusto compenso commisurato al suo lavoro.
Essere madre, moglie e donna in carriera è la vera sfida per le ragazze che si sentono strette nel ricoprire uno solo di questi ruoli.
Studi dimostrano che le donne lavoratrici sono aumentate, ma poche possono pensare di dedicarsi veramente al proprio mestiere, perché in compenso gli uomini raramente incrementano il loro impegno nella gestione della casa.
Molte delle donne che il Time ha intervistato toccano proprio questo punto e raccontano la loro esperienza al riguardo.
Nancy Pelosi, prima speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, diventa madre di 5 bambini in soli 6 anni e pensa di aver delineato il suo ruolo, ma poi ottiene la possibilità di concorrere per il Congresso e sua figlia minore con orgoglio le dice ≪Mother, get a life≫.
E a chi tutt’ora le chiede come faccia a prendersi cura dei suoi figli, risponde che sono loro a prendersi cura di lei. Guarda poi con soddisfazione a tutte le donne con figli che ora stanno occupando posizioni di spicco alle Camere, pensando che sono le perfette rappresentanti delle concittadine americane.
La stessa Lori Robinson, prima donna a guidare un gruppo combattente dell’Air Force Americana, non nega che molto del merito per il suo successo vada al marito. Anche lui membro della Air Force, decide di volare come riserva o per le compagnie aeree, permettendole di non dover scegliere tra carriera o famiglia.
Invece Eileen Collins, prima al comando di uno space shuttle, ha avuto a che fare con un’altra sfumatura del problema: essere donna in mezzo a uomini sposati. Ha dichiarato infatti di aver ricevuto molto astio da parte delle moglie dei membri del suo equipaggio, gelose del fatto che lavorassero a così stretto contatto. La sua soluzione? Incontrarle di persona prima di ogni missione.
Leggendo di scienziate, politiche, CEO a capo di importanti multinazionali, attrici, giornaliste e sportive ci si meraviglia di come donne così diverse possano essere effettivamente accomunate da un’interessante peculiarità: non hanno distrutto solo il soffitto di cristallo, ma hanno costruito la loro casa.
Giulia Bergami
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