Annualmente, ogni 4 settembre, si festeggia la Giornata Mondiale del Benessere Sessuale in oltre 35 Paesi aderenti all’iniziativa; tra cui, anche l’Italia. In questo giorno, si celebra il sesso non come atto fine a sé stesso, ma come, appunto, equilibrio erotico di coppia, nonché felicità. E sebbene, in Italia, non vi sia nessuna considerazione per la componente sessuale (secondo i dogmi religiosi e il menefreghismo (o falso perbenismo) che anima, in tal senso, le persone), la soddisfazione carnale è un qualcosa di molto importante per una persona, sia all’interno che al di fuori della coppia. Sulla questione, si è pronunciata la Psicoterapeuta e Sessuologa Sara Padovano.
Come riporta GQItalia, la su detta ha dichiarato che il benessere sessuale, in termini letterali, esiste davvero, ma non dipende da un bel corpo, dalle metodologie o chissà cos’altro, ma si è coniata una vera e propria formula del piacere, che lo descriverebbe nel senso più ampio del suo significato: Ax3C, ovvero Armonia tra Cuore, Corpo e Cervello. È piuttosto vero che “anche l’occhio vuole la sua parte”, e che, quindi, un bel corpo attrae tantissimo, ma se non esiste equilibrio fra quei tre coefficienti, si instaura una forma di malcontento di coppia, e l’autostima si abbassa vertiginosamente. Non a caso, è importante, persino, riconoscere i propri limiti e timori legati al sesso, bensì, ancor di più, i propri desideri e fantasie, accettandoli con tranquillità. Ma scindendo le tre componenti, cosa ne viene fuori, nello specifico?
In primo luogo, il corpo, che, come su detto, ha una valenza molto importante nel sesso: funge da snodo e interfaccia fra due persone le quali si conoscono e si desiderano, e se un corpo – per quanto “l’abito non fa il monaco” – non piace, finisce per rappresentare un ostacolo che impedisce di esprimere, a pieno, la propria disinibizione. Poi, vi sono le emozioni: proprio quest’ultime, rappresentano i “natali” dell’attrazione sessuale, e senza di queste, né il cuore, né il corpo saprebbero esprimere i propri sentimenti. Infine, il cervello, che gioca un ruolo quasi del tutto preponderante nella messa in pratica della propria sessualità.
In altre parole, se non ci si piace, innanzitutto, personalmente, non si può pensare di piacere a nessun altro. Essere appagati dalla persona che si è, dal proprio corpo, dall’estetica in sé, sono tutte caratteristiche essenziali e utili nell’esplicazione di una sana sessualità con sé stessi e con gli altri. Come detto anche dalla psicoterapeuta, «piacersi è il primo passo per piacere», quindi, per quanto, appunto, l’abito non faccia il monaco, un corpo bello da guardare è essenziale fra due persone; da mixarsi, ovviamente, a delle emozioni che lascino scaturire una sessualità anche spudorata, e a un cervello che sa di essere all’interno di un corpo altrettanto bello e piacevole. Insomma, la formula su detta risulta alla perfezione: d’altronde, la matematica non è mai un’opinione.
Anastasia Gambera
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