Lei è Masha, uno scricciolo biondo di circa sei anni, e lui è Orso, un orsacchiotto bruno che pazientemente la tira sempre fuori dai guai; insieme formano il comico duo che ha conquistato il cuore dei bambini italiani in età prescolare e sottratto a Peppa Pig il primato del cartone animato preferito. Il successo di Masha e Orso è confermato dai numeri in continua crescita: più di mezzo milione i libri venduti in un paio di settimane, uno share dell’8% giornaliero con un audience che raggiunge i 600 mila spettatori ad episodio su Rai YoYo (che trasmette i cartoni in lingua italiana) esu un canale di Youtube dov’è possibile guardare gli episodi in inglese e in russo, lingua originale di queste avventure animate. Gli è stato inoltre assegnato il premio Migliore Animazione 2015 ai Kidscreen Awards di Miami.
La storia di Masha trae origine da una fiaba popolare russa scritta da Aleksandr Afanas’ev,che racconta di come una bambina, abbandonata nel bosco e trovata da un orso che ne farà la sua schiava, riesce a liberarsi dalla prigionia per mezzo dell’arguzia. Nel caso della Masha in 3D è, però, l’opposto: infatti sembra essere l’orso quello a cui piacerebbe, almeno una volta, riuscire a sottrarsi ai mille giochi della piccola che non lo lascia in pace nemmeno per un secondo. Autore della moderna rivisitazione della fiaba è Oleg Kuzovkov, mentre l’animazione è stata curata dallo studio Animaccord. Pure se reinterpretata per adattarla ai piccoli spettatori di oggi, la storia a puntate di Masha e Orso contiene ancora diversi elementi della tradizione russa: il vestitino della bambina completo di babushka, il tipico fazzoletto annodato sotto al mento, ne è l’esempio più lampante; anche la casa in legno e la stufa a carbone, così come il mondo rurale all’interno del quale si svolgono le divertenti avventure dei due, sono un chiaro richiamo alla tradizione ed al folklore scandinavi.
Viene da chiedersi perché questa pestifera ed al contempo adorabile bimba piaccia tanto ai piccoli spettatori italiani, al punto da far loro dimenticare persino Peppa Pig, la maialina che per più di un anno ha intrattenuto i piccoli under 6 con le proprie storie. Risulta evidente la contrapposizione tra i modelli famigliari proposti dai due cartoni: Peppa Pig vive infatti all’interno di una famiglia perfetta, composta da Mamma e Papà Pig e dal fratello minore George; la piccola Masha, al contrario, non ha i genitori e, durante i sette minuti in cui si svolgono le sue avventure, non vi è la presenza di adulti all’infuori di Orso, che pure senza avere alcun ruolo specifico nella vita della piccola, se ne prende comunque cura in maniera amorevole, aiutandola a tirarsi fuori dai guai ed insegnandole in maniera divertente come crescere. Forse è proprio questa rottura degli schemi tradizionali il segreto del successo di Masha e Orso, l’idea potente e giusta che la famiglia è lì dove ci sono delle persone che si prendono cura l’uno dell’altra con amore e gentilezza, nel reciproco rispetto delle diversità. Un messaggio che, attraverso il linguaggio dei gesti utilizzato dall’orso per comunicare con la sua piccola amica, viene recepito facilmente pure dai più piccini.
Simona Raimondo
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