Il calendario artistico-culturale italiano del 2023 si apre con l’undicesima edizione di “ART CITY Bologna“, in programma dal 27 gennaio al 5 febbraio.
L’art week, promossa dal Comune di Bologna e da BolognaFiere, con il suo programma di mostre, eventi e iniziative speciali, torna a fare da preludio e ad accompagnare lo svolgimento di Arte Fiera. L’evento di settore, quest’ultimo, più longevo a livello nazionale nonché luogo privilegiato per scoprire le anticipazioni della scena artistica contemporanea con una particolare attenzione rivolta sia agli artisti affermati che alle nuove generazioni.
Diretta (per il sesto anno) da Lorenzo Balbi, direttore di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – ART CITY Bologna torna a riflettere la ricchezza e la vitalità espressa dalla città emiliana nel campo della cultura. Il tutto grazie alla realizzazione delle variegate proposte offerte dal sistema di istituzioni pubbliche e organizzazioni private.
Le persone che frequenteranno la città di Bologna nel periodo di Arte Fiera potranno, infatti, non solo trovare un calendario ricco di appuntamenti ma, anche, vedere con i propri occhi il connubio unico e peculiare che si crea tra città, fiera, arte e cultura.
Venendo al programma principale di questa edizione, esso si divide in uno “Special Project” e in dodici “Main Projects”. Per favorire l’accessibilità a tutti e una partecipazione degna del valore di questi “progetti”, viene riconfermata (anche quest’anno) la gratuità dell’ingresso per tutti gli eventi.
Lo “Special Project” invita il pubblico a immergersi in vere e proprie opere d’arte viventi con il lavoro “Have a Good Day!“. Nato dalla collaborazione tutta al femminile di Vaiva Grainytė (autrice del libretto), Lina Lapelytė (compositrice e direttrice musicale) e Rugilė Barzdžiukaitė (regista e scenografa), verrà presentato nella sede di “Teatri di Vita” in tre repliche: venerdì 3 e sabato 4 febbraio alle ore 20, domenica 5 febbraio alle ore 17.
Accolta con grande successo in tutto il mondo e definita dal quotidiano statunitense, The New York Times, “intelligente, affascinante e silenziosamente sovversiva”, questa sorprendente opera lirica per dieci cassiere racconta la vita interiore delle lavoratrici protagoniste mostrando che cosa si nasconde dietro i sorrisi forzati e i saluti meccanici come “Buongiorno!”, “Grazie!”, “Buona giornata!”.
Lo spettacolo trasforma l’alienazione quotidiana di cassiere senza volto e dalle sembianze robotiche in personaggi vivaci e brillanti le cui biografie diventano brevi drammi di carattere personale che si fondono in un coro comune. La critica alla società capitalistica contemporanea viene espressa con ironia, umorismo, poesia e paradosso evitando qualsiasi giudizio moralistico.
Tutte le informazioni sul programma di “ART CITY Bologna” sono disponibili in due diversi formati editoriali: la guida booklet, in versione bilingue italiano/inglese contenente testi curatoriali e descrizioni dei tredici luoghi in cui si terranno gli eventi del main program; la mappa in italiano per orientarsi in tutti gli appuntamenti inclusi nel programma.
Fonte Foto in Evidenza: Have a good day! – Teatri di Vita
Giulia Bergami
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Nata nel 1996 a Bologna, Giulia Bergami ha una missione nella vita: raccontare il mondo che la circonda.Laureata nel 2018 in Scienze della Comunicazione a Bologna, prosegue i suoi studi conseguendo nel 2020 il titolo magistrale nella facoltà di Management e Comunicazione d’Impresa di Modena e Reggio Emilia con una tesi sperimentale sulla CSR e la Responsabilità Sociale d’impresa nell’industria farmaceutica. Da quasi 5 anni collabora con alcune testate giornalistiche del territorio per raccontare le persone di Bologna, le loro vite, i successi e le sfide quotidiane, meglio ancora se giovani, intraprendenti e con la voglia di “spaccare il mondo”. Al contempo, lavora nella Comunicazione d’Impresa e delle Media Relations in ambito salute. Sia per supportare il lavoro delle associazioni pazienti sia a fianco di aziende e altre realtà del settore. Forse non sarà l’Oriana Fallaci 2.0 del futuro, ma intanto è così “famosa” da avere una biografia su internet. Prossimo passo? Una pagina di Wikipedia interamente dedicata a lei.