FIRENZE ‒ Fino al 22 settembre sarà possibile vedere oltre 400 foto inedite riguardanti l’alluvione che colpì la città nel 1966. La mostra fotografica ufficiale per il 50° anniversario dell’accaduto è curata dai giornalisti Franco Mariani e Mattia Lattanzi, premiati recentemente con il Torrino d’Oro 2016 proprio per questo loro impegno, e organizzata dall’associazione Firenze Promuove, supportata dal Comune e dai Consigli di Quartiere 1,2,3,4 e 5. Presso il chiostro della biblioteca comunale Thouar, in Piazza Torquato Tasso 6, saranno esposte oltre 800 fotografie di cui 400, appunto, inedite. L’ingresso è gratuito e si può entrare il lunedì dalle ore 14 alle ore 19, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 19 con orario continuato, il sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30 e la domenica dalle ore 15 alle ore 19. Un anno fa il presidente del Quartiere 1, Maurizio Sguanci, lanciò un appello allo scopo di trovare nuove immagini dell’alluvione. È grazie a lui se oggi i visitatori della mostra possono vedere nuove foto, ma soprattutto grazie a Sergio Cipriano, perché i suoi scatti danno la possibilità di capire pienamente il danno riportato dalla zona che va da Piazza Puccini a Porta al Prato, e a Totaro Enrico, il quale ha messo a disposizione materiale archiviato dalla madre che testimonia le condizione del sottosuolo delle Basiliche di San Lorenzo e di Santa Croce. Tra le foto inedite ci sono, anche, 16 scatti di Pulman, lo storico fotografo di Scandicci, che quel giorno di novembre fotografò Firenze sommersa dall’acqua.
«Siamo felici di poter oggi raccontare con le foto dei cittadini il dramma vissuto dal quartiere 1 – ha detto Maurizio Sguanci –, che non è solo centro storico, come documentano bene le foto del Signor Sergio Cipriano. Grazie, poi, alla documentazione raccolta dalla signora Maria Carta, ritirata fuori dopo 50 anni dal figlio Enrico Todaro, abbiamo invece modo di renderci conto del dramma vissuto nel centro storico, con foto veramente particolari ed uniche, spesso mai più viste dopo che sono state scattate. Non solo foto, ma anche volti, attraverso i quali si rivive lo spirito che rianimò i fiorentini nel voler risorgere dal fango fin dal giorno dopo l’alluvione».Il presidente della Commissione Cultura del Quartiere 1, Marco Raffili, ha sostenuto «Dopo la tappa delle Oblate, dove i visitatori sono stati tantissimi, nonostante il periodo estivo lì, come anche qui alla Biblioteca Thouar, continuiamo, grazie a Franco Mariani e a Mattia Lattanzi, e ai cittadini del quartiere, a raccontare le storie vere dell’alluvione, quelle dei fiorentini che si sono rimboccati le maniche, hanno spalato il fango, hanno ripulito cantine, negozi, abitazioni per riprendere a far rivivere quella parte della città andata sott’acqua. Per ricordare, a distanza di 50 anni, abbiamo creato tutta una serie di eventi concatenati che abbracceranno tutto il quartiere: mostre, eventi musicali, visite guidate, per far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni cosa accadde 50 anni fa e, contemporaneamente, per realizzare anche iniziative legate all’acqua ed al rischio idrogeologico».
«Ci avviciniamo al grande evento del prossimo 4 novembre e lo facciamo come sempre, da ben 22 anni – ha sottolineato il presidente di Firenze Promuove, Franco Mariani – raccontando attraverso nuove foto, il dramma vissuto 50 anni fa dai fiorentini. Per me è stata una sorpresa ricevere dal Quartiere di San Frediano il premio Torrino d’Oro 2016 proprio mentre la mostra viene esposta nel rione. Non è facile a Firenze raccontare l’alluvione come la raccontiamo noi, perché c’è chi vorrebbe che l’alluvione fosse solo l’intervento degli Angeli del Fango, fatti passare come i salvatori della città. Ma questo non è vero. I primi salvatori di Firenze sono stati i fiorentini, aiutati poi da quelle poche Forze Armate che erano in città, primi fra tutti i Carabinieri della Scuola di Piazza Stazione, i Lupi di Toscana, e i soldati di stanza a Rovezzano. Così come i morti: per le autorità l’alluvione di Firenze non deve avere morti, e infatti non c’è un monumento o lapide che gli ricordi, mentre c’è da ben 40 anni un Monumento agli Angeli del Fango. La mostra racconta tutto questo. Davvero visitandola si rivive i due mesi dell’emergenza vissuta da Firenze la quale, solo grazie all’impegno del Sindaco Piero Bargellini, riuscì a superarla, imponendosi anche contro il Governo, che voleva costruire alle periferie della città due baraccopoli per ospitare gli sfollati. Bargellini invece si impose e furono costruite nuove case. Altrimenti oggi sicuramente avremmo ancora, dopo 50 anni, le baracche, con dentro i fiorentini, come accaduto in altri catastrofi italiane, dove non si è ricostruito dopo l’emergenza».
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