La questione climatica è, da qualche anno, una delle priorità del dibattito politico. Al punto tale che ha invaso ogni campo del quotidiano: dalla scuola al lavoro, tenendo ben presente che i danni causati nei secoli all’ambiente restano ma possono portare ad un effetto miglioramento tutte quelle attività che, di recente, si sono rivolte all’ambiente, al clima e via dicendo. Insomma, la sensibilità sul tema è altissima.
Anche l’economia non sfugge a queste logiche e negli ultimi anni, da circa un decennio per voler essere precisi, ha avuto grande slancio un tipo di economia alternativa: la cosiddetta Green Economy, un modello nato dal Giappone del disastro nucleare di Fukushima ed esportato ben presto in tutto il mondo.
Il modello, nell’ultimo quinquennio, ha trovato modo di fiorire anche in Italia: stando alle indagini di Fondazione Symbola – Unioncamere, negli ultimi cinque anni sono state oltre 432.000 le imprese nostrane che hanno investito in Green Economy, un settore che, nel 2019, ha registrato peraltro record di investimenti, con quote di valore pari al 21,5%, per un totale di 300.000 imprese e 7,2 punti in più rispetto al 2011. Nonostante ci sia chi, nel mondo, rinnega la questione climatica, non considerando riduzione di emissioni, è il caso di pensare a quale potrebbe essere l’impatto dell’economia green sui mercati finanziari. Partendo dal presupposto che le fonti di energia, prima o poi, piaccia o no, si esauriranno. Quanto, nel lungo periodo, può pesare il clima sui profitti delle aziende e dei mercati?
Sono domande da cominciare a porsi, anche e soprattutto perché il cambiamento climatico esiste ed è causato dall’uomo, in larga parte, nonostante tesi su questo discordanti. Sarebbe ora di chiedersi se sia da includere il cambiamento climatico sull’andamento e sulla valutazione dei mercati finanziari. Fino ad oggi come e quanto è pesato? Rispondere a questi quesiti è difficile ma è comunque ipotizzabile una sempre più crescente pressione del cambiamento climatico che, concretamente, andrà in qualche modo a incidere sul valore delle azioni e sui progressi dell’economia. Aprendo peraltro la strada a scenari diversi e disparati, ipotizzabili per ora. Partendo da quello più catastrofico per le azioni, qualora il pianeta, secondo le previsioni degli scienziati, dovesse trovarsi ad un passo dall’implosione. Scenario apocalittico, forse, ma non inverosimile.
Un altro scenario mette al centro proprio la Green Economy che, se si smuovessero le coscienze di tutto il globo, andrebbe a crescere come nell’ultimo decennio caratterizzando la quasi totalità delle aziende, innalzandone anche i valori azionari e ribassando, automaticamente, i fattori di rischio. Gli esempi in questo senso non mancano, con investimenti che sono stati graduali e sempre più crescenti e che hanno portato ai primi, interessanti risultati. Si tratterebbe insomma di fare una rivoluzione economica all’insegna del Green, stimolando innovazione e ricerca, puntando sullo sviluppo di settori ancora di “nicchia”, come quello delle energie alternative. Questa seconda ipotesi porterebbe sicuramente il suo impatto sul medio-lungo periodo per le valutazioni azionarie che altro non sono che determinazioni di proiezioni nel lungo periodo. Il futuro forse non è così lontano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare a far parte della redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail redazione@vocidicitta.it. L’elaborato verrà poi letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.