Il Consiglio di Stato riapre l’argomento nozze gay, e lo riapre grazie a Carlo Deodato. Il giudice ha emesso una sentenza che blocca le trascrizioni delle unioni civili, effettuate all’estero, del comune di Roma. Immediato il polverone di polemiche. Il magistrato tramite il suo profilo Facebook si difende affermandosi un “giudice cattolico”. Deodato sottolinea anche di aver rispettato la legge. In sua difesa interviene il leader del Ncd, Angelino Alfano, che descrive come “fascismo rosso” le accuse mosse contro il giudice. Inoltre, il ministro dell’Interno tiene a ricordare come in Italia, la differenza uomo-donna è la connotazione ontologica del matrimonio. Dunque nella teoria le unioni civili non sarebbero possibili. Però il 21 Luglio 2015, la corte di Strasburgo ha deliberato che in Italia «l’attuale assetto normativo non tutela i diritti di una parte dei cittadini italiani». Per l’Unione Europea, dunque, le polemiche sulla decisione di Deodato sarebbero parecchio giustificate.
Riaprendosi il tema delle unioni civili, interviene anche Orlando. Il ministro della Giustizia sottolinea come vorrebbe quasi subito fare una nuova legge sulle unioni omosessuali; inoltre ammette come il dissenso di Alfano pesi molto sulla realizzazione di una legge e si esprime personalmente favorevole alle adozioni. Infine, il ministro ricorda che le unioni civili sono diverse dai matrimoni, e sottolinea come le prime si possano realizzare, per le condizioni attuali in Parlamento.
Claudio Francesco Nicolosi
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