BUCAREST – In Romania è ufficialmente iniziata la crisi di governo. Ma prima di arrivare qui, facciamo un passo indietro. La svolta decisiva è arrivata il 15 giugno scorso, quando tutti i ministri del governo guidato dal primo ministro Sorin Grindeanu hanno rassegnato la dimissioni dal loro incarico. Il motivo principale di tale situazione è riconducibile al duro scontro interno tra correnti e gruppi di potere nel Partito socialista. Il leader del partito Liviu Dragnea, uomo che vanta una grande potenza nel mondo politico rumeno, ha deciso ti togliere il proprio appoggo al premier Grindeanu. Per capire la motivazione, bisogna fare un ulteriore passo indietro.
Seguendo la ricostruzione di Repubblica, tra dicembre 2016 e gennaio 2017 esplose il conflitto tra Dragnea e il presidente della Repubblica Klaus Iohannis. Questo perché Iohannis, mantenendo la promessa fatta ai cittadini, si era rifiutato di conferire a Dragnea l’incarico di primo ministro, in quanto all’epoca dei fatti era indagato per corruzione e per frode elettorale. Dopo una serie di dibattiti, si giunse al compromesso e la carica venne conferita a Sorin Grindeanu. Tuttavia, Dragnea cercò comunque di imporre il proprio potere, e il neo eletto premier propose un controverso e dubbio “decreto salva-corrotti”. Migliaia di persone si riversarono in piazza per protestare, supportati anche da Klaus Iohannis. Preso atto della situazione, il governo decise di ritirare il decreto. In seguito a questa decisione, Dragnea non sembrerebbe aver più perdonato Grindeanu, e adesso si starebbe prendendo la sua personale “rivincita”.
Terminato il preambolo, giungiamo ai giorni nostri. Il governo del primo ministro Sorin Grindeanu ha ricevuto, il 21 giugno, la sfiducia in parlamento dal Partito social democratico. Come intuibile, a decidere la sfiducia è stato lo stesso Liviu Dragnea. I voti a favore sono stati 241, mentre quelli contrari solo 10. Ufficialmente, l’accusa su cui si fonda il voto di sfiducia è quella di non aver rispettato il programma e le promesse fatte verso gli elettori. Come riportato da TPI, il partito di governo, insieme allo schieramento alleato liberale, indicheranno al presidente della Repubblica il possibile sostituto di Grindeanu e, nei dieci giorni successivi, si terrà in parlamento il voto di fiducia.
La crisi di governo è ufficialmente iniziata. Ancora non è certo chi prenderà il posto di Sorin Grindeanu, ma ciò che sembra prospettarsi è una presa di potere totale e indiretta, a causa dell’impossibilità di essere eletto, da parte di Dragnea.
Marco Razzini
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