Negli Stati Uniti, nella fattispecie in Texas, la Corte Suprema ha bloccato un aborto d’emergenza a una donna il cui feto presentava una malattia che avrebbe potuto renderla sterile.
L’accaduto risale a venerdì scorso quando, in un’aula della Corte Suprema del Texas, è stato vietato a Kate Cox, 31 anni, di interrompere la propria gravidanza. La donna, inizialmente, si era rivolta a un giudice distrettuale che aveva approvato la procedura ma, a tal riguardo, il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, ha presentato una petizione.
Il tutto perché, il Texas – uno degli Stati americani più conservatori – possiede leggi molto restrittive riguardo alle interruzioni di gravidanza. Difatti, secondo la normativa vigente non si possono essere eseguire aborti passate le sei settimane se non per motivi che mettono a rischio la vita della donna.
Il giudice distrettuale, Maya Guerra Gamble, lo scorso giovedì aveva consentito alla donna in questione, Kate Cox ,di abortire nonostante le 20 settimane di gravidanza. La motivazione di questa scelta, ricade nel fatto che il feto della donna incinta presenta una malattia che potrebbe provocarle anche l’infertilità se non si interviene. Ma è proprio sull’aborto che il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, si oppone tramite una petizione presentata venerdì sera alla Corte Suprema per bloccare la procedura.
I medici sostengono che la condizione genetica del feto sarebbe fatale, ma le leggi del Texas sull’aborto risultano formulate in maniera poco chiara. Gli stessi dottori affermano che si rischiano gravi conseguenze, ma il procuratore generale – giovedì scorso – ha inviato lettere di avvertimento a tutti gli ospedali dello stato nel sud degli Stati Uniti.
L’obiettivo era ricordare loro le leggi in vigore. A tal proposito, infatti, i medici del Texas – se considerati colpevoli di aver eseguito aborti non consentiti dalla legge – possono rischiare varie pene. Tra queste: reclusione fino a 99 anni di carcere; multe fino a 100 mila dollari e la revoca della licenza professionale.
Sul caso che sta sconvolgendo l’America, e facendo il giro del mondo, ha preso parola anche il CRR – Center for Reproductive Rights. Tramite il proprio avvocato, Marc Hearron, il “Centro per i Diritti Riproduttivi” ha affermato che Paxton sta tentando di “abbattere il sistema legale” in modo che Kate Cox e tutte le donne con casi simili “continuino a soffrire”.
Fonte Foto in Evidenza: RaiNews
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