Lo scorso 17 luglio, la pagina Instagram ufficiale della Galleria degli Uffizi ha pubblicato uno scatto che ritrae Chiara Ferragni in posa di fronte alla “Venere” di Botticelli. La strategia adottata dal museo ha provocato non poche polemiche: si tratta di mercificazione dell’arte oppure di un modo per indurre i più giovani a interessarsi ad un mondo fin troppo trascurato?
La società è cambiata e, con essa, anche i modelli di riferimento, i mezzi di comunicazione e i canali che influenzano la popolazione. Il mondo digitale ha segnato l’avvento delle nuove figure dell’influencer e dell’imprenditore digitale; ciononostante, tra gran parte della stessa popolazione che utilizza quotidianamente i social vi è un assoluto disprezzo verso questi personaggi. Con gli influencer, infatti, sono presto nati anche gli “haters”.
Il post pubblicato pochi giorni fa dalla pagina instagram della Galleria degli Uffizi si è fatto teatro di una ormai usuale dinamica sui social: gli stessi utenti che li utilizzano attivamente, rendendo pubblici almeno alcuni aspetti della propria vita, accusano chi lo fa per mestiere di proporre modelli basati sull’immagine e l’apparenza, i quali andrebbero disprezzati e rifiutati.
Tuttavia, a seguito della messa in atto di questa strategia di marketing da parte degli Uffizi, gli incassi del museo sono aumentati del 27%: in un momento di grande difficoltà per il settore turistico italiano, la strategia social si è rivelata prevedibilmente vincente.
L’accusa del web, d’altra parte, è quella di “abbassare il livello del museo” di “mercificare l’arte”, presupponendo che il prestigio di determinate opere sia alterabile da una strategia di promozione tramite i social media o che questi ultimi si facciano necessariamente portatori di messaggi privi di spessore, creando una dicotomia tra mondo social e cultura: considerandole realtà inconciliabili, si negano i benefici culturali, sociali ed economici che deriverebbero dall’armonizzazione di questi due mondi.
Il settore turistico e culturale è in crisi anche per la sua scarsa valorizzazione: quale miglior modo per incrementarne la fruizione se non attraverso il mondo social, che si sta creando sempre più spazio nella nostra quotidianità? Le strategie per accrescere l’interesse verso l’arte sarebbero molteplici: ricordare al mondo del web, anche solo attraverso semplici input inviati sui social media, che l’Italia è ricca di tesori artistici i quali aspettano solo di essere conosciuti e apprezzati può rappresentare solo il punto di partenza.
Sono davvero i social a influenzare negativamente la qualità delle nostre vite, allontanandoci dai valori e dalla cultura, oppure è il rapporto che si ha con essi, che spesso oscilla tra dipendenza e rifiuto? E in che modo potrebbero farsi veicolo di messaggi volti alla formazione di una società più consapevole della propria realtà, più sensibile al mondo dell’arte e della cultura?
Benedetta Vale
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