Giocare una finale di Champions League per un calciatore è sicuramente qualcosa che non ha eguali, vincerla è la soddisfazione di tutta una carriera. Anche e soprattutto per questo parliamo della partita più attesa di tutta la stagione.
L’aspettativa, inoltre si alza notevolmente quando si affrontano due squadre della stessa nazione. Liverpool vs Tottenham è la seconda finale europea targata dalla bandiera britannica, dopo Arsenal – Chelsea di Europa League.
Oltre alla seconda e quarta forza della Premier League, la finale di Champions era soprattutto la sfida nella sfida tra due tecnici molto preparati anche se molto sfortunati nelle finali. Klopp ne ha raggiunte sei prima di stasera, e le ha perse tutte. Pochettino aveva raggiunto l’unica finale nel 2015 contro il Chelsea in FA Cup, con un destino non diverso del collega.
In queste partite ogni minimo dettaglio conta, ogni distrazione può costarti davvero cara. Il Liverpool, nonostante gli ultimi anni non vincenti, dimostra di avere un DNA europeo vincente, con ben 6 vittorie con quella di oggi nella competizione. Gli Spurs invece hanno giocato solo due finali europee, ma mai una di Coppa dei Campioni.
Teatro di questo spettacolo unico, il Wanda Metropolitano. Struttura fantastica per ospitare una festa simile, ma i 31 gradi hanno presentato più un problema per le due inglesi. Squadre non abituare a questo clima, che nel corso della partita si sono trovate in difficoltà a livello muscolare. Un’altra causa della pesantezza delle gambe potrebbe essere il lungo stop (ben 3 settimane) senza disputare una partita ufficiale.
Pochettino ritrova Harry Kane, non al 100% (e si vede), ma non schiera dal primo minuto l’eroe della semifinale: Lucas Moura.
La partita viene sbloccata da un rigore di Salah dopo un solo minuto, complice un fallo ingenuo col braccio di Sissoko. Secondo gol più veloce in una finale di Champions League, l’egiziano, complice anche il tempo perso dopo l’assegnazione del rigore, ha siglato la segnatura dopo solo Paolo Maldini.
Questa rete cambia solo il risultato, perché dal punto di vista del gioco il match non cambia ritmo e si dimostra tutt’altro che spettacolare. Il Liverpool, ancora sensibile dalla finale persa nello scorso anno, gioca male nei primi 45 minuti e di fatto le uniche conclusioni nello specchio della porta sono di Robertson. Tottenham che gioca meglio, ma fatica a creare occasioni, a dimostrazione del fatto che la difesa di Klopp è uno dei punti di forza di questa formazione.
La ripresa si apre diversamente e finalmente la partita perde l’equilibrio del primo tempo e con l’apertura di tanti spazi sembra (finalmente) di vedere un match di Premier League. Al 68′ Milner, subentrato a un deludente Wijnaldum, con un tiro strozzato sfiora la rete del 2-0. Da qua in poi Son e Kane si svegliano e provano più volte a pareggiare i conti. E proprio in queste occasioni è evidente la differenza con lo scorso anno: avere Alisson in porta, per il Liverpool si dimostra ben più di una semplice sicurezza. Gli errori grossolani di Karius sono solo un brutto ricordo, perché il portiere Brasiliano tiene un reparto, salvando il risultato prima su una punizione di Eriksen e successivamente su un tiro da fuori area del numero 7 in maglia bianca. Male proprio la prestazione del danese, così come di Dele Alli, mai presenti nella gara.
L’allenatore tedesco poco dopo sostituisce Firmino che disputa una brutta partita, per inserire l’uomo del destino del Liverpool: Origi. Il belga non sazio della doppietta contro il Barcellona in semifinale all’87’ segna con un gran diagonale la rete decisiva del 2-0. La partita, già indirizzata sulla via reds termina con un’altra parata di Alisson su Son.
Il Liverpool è campione d’Europa per la sesta volta, diventando la terza squadre per coppe vinte, dietro solo a Milan (7) e Real Madrid (13). Una finale che segnerà le carriere di più di uno dei protagonisti. Per Salah sembra il coronamento della carriera, dopo aver girovagato per tutta Europa sembra aver trovato il proprio io proprio alle rive del Merseyside. Van Dijk e Allisson, invece, dimostrano ancora una volta che la solidità difensiva, spesso e volentieri si dimostra anche più decisivo di un reparto offensivo stellare.
E poi è anche e soprattutto la finale di Jurgen Klopp. La sua finale, dopo che prima di stasera ne aveva già perse 6 e non proprio in modo semplice, viste le modalità. Ancora negli occhi di tutti i tifosi del Borussia, infatti, il goal allo scadere di Robben che ha consegnato la coppa al Bayern nel 2013. Per non parlare della finale dello scorso anno, in cui più della superiorità del Real sono stati gli errori di Karius a farla da padrone.
E invece nella partita forse non più spettacolare, Klopp sorride di gusto, facendo esperienza delle disattenzioni del passato e dando una concretezza mai vista al suo Liverpool.
Toti Pulvirenti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.