Il nostro viaggio fra i monumenti dell’agrigentino – terra di Pirandello e Camilleri – oggi fa tappa a Sciacca nella Basilica di Maria SS. del Soccorso. Venne fondata nel 1108 per volontà della contessa Giulietta Normanna e dedicata a Santa Maria Maddalena, che la contessa scelse come patrona della città. Fu ricostruita fra il 1656 e il 1686 secondo il progetto dell’abate Michele Blasco, mantenendo le già esistenti absidi di stile arabo-normanno. Rimase rustica fino al 1829 quando Salvatore Gravanti la decorò di pregevoli stucchi; lavori che rimasero incompiuti tanto che l’altare principale rimase senza decori fino al 1878. Un totale restauro venne effettuato negli anni 1985/91 e soltanto nel 1992 fu consacrata Basilica.
L’interno si sviluppa a tre navate. La volta della navata centrale fu affrescata da Tommaso Rossi con la “Trasfigurazione e la Gloria Celeste” (secondo il cap.4 dell’Apocalisse di San Giovanni), nei riquadri laterali sono raffigurati episodi della vita di Santa Maria Maddalena penitente.
Entrando, partendo da sinistra troviamo: 1) deposizione dalla croce alla presenza della Maddalena; 2) deposizione di Gesù nel sepolcro e pianto delle pie donne; 3) visita al sepolcro e annuncio dell’angelo che Gesù è risorto; 4) Gesù che nell’orto si presenta a Maria Maddalena; 5) la Maddalena di ritorno dal sepolcro annuncia agli apostoli la Resurrezione. Sul lato destro sono affrescate: 1)resurrezione di Lazzaro, fratello di Marta e della Maddalena; 2) pianto della Maddalena che con le lacrime lava i piedi di Gesù; 3) Gesù che cena a casa di Marta e della Maddalena; 4) incontro con Gesù e conversione; 5) Maria Maddalena entra nella casa di Simone il Cireneo, e mentre Gesù è a tavola, gli unge i capelli col profumo, gesto criticato dal padrone di casa.
Le navate vengono delimitate da colonne ioniche, quella di destra inizia col “Sepolcro di Bartolomeo Tagliavia” (attribuita al Gagini). Sulla sommità sta adagiato di fianco un cavaliere, con la testa poggiata sull’elmo capovolto e con la mano sinistra stretta sull’elsa della spada. La veste reca segni di pregiati ricami e decorazioni floreali. Sulla destra del presbiterio si può ammirare una Pala d’altare marmorea attribuita al Gagini: i riquadri di sinistra rappresentano (partendo dal basso): l’orazione di Gesù nell’orto; il bacio di Giuda e Gesù davanti a Pilato. Sul lato destro (sempre partendo dal basso): la flagellazione di Gesù; la condanna da parte di Pilato e la caduta di Gesù sotto la croce. Centralmente troviamo il Mistero dell’Eucarestia. Sopra l’Altare Maggiore è collocata la statua della “Madonna del Soccorso”, opera di Giuliano Mancino e Bartolomeo Birrittaro, ai lati due tele di autore ignoto. La navata di sinistra contiene un fonte battesimale datato 1491 e attribuito al Gagini, alla cui base si legge il nome del donatore: Andrea Burgio. Dietro il fonte, di marmo bianco, l’altorilievo con la “Decapitazione di San Giovanni Battista” del XVI secolo. Leggenda vuole che in questo fonte fu battezzato il primo signore di Burgio, l’emiro Hamud, tenuto a battesimo dal Conte Ruggero. Innumerevoli e pregiatissime sono le opere che arricchiscono ancora di più la Basilica, così come tante altre sono le bellezze che la città di Sciacca offre. Non vi resta quindi che seguire tutte le tappe di questo nostro viaggio.
Letizia Bilella
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