Le vicende inerenti l’indipendentismo catalano potrebbero giungere al termine nei prossimi giorni. Carles Puigdemont, ormai ex Presidente della Catalogna, è accusato di ribellione e potrebbe essere costretto a fuggire dal territorio spagnolo per chiedere asilo politico in qualche altro Paese. L’applicazione dell’articolo 155 della costituzione spagnola da parte di Mariano Rajoy ha estremizzato i toni del conflitto, destituendo tutti i vertici delle istituzioni catalane che erano finite col dichiarare l’indipendenza della regione autonoma dalla Spagna. Pertanto, vi è al momento la presenza di due autorità nel medesimo territorio: da un lato vi è il novello stato catalano guidato da Puigdemont; dall’altro, vi sono i commissari dello stato che hanno formalmente sostituito i rappresentanti della comunità autonoma.
Il commissariamento ordinato da Madrid, di fatto, solleva Carles Puigdemont e i suoi alleati da ogni incarico, sottraendo tutti i poteri precedentemente a disposizione. Il reato di ribellione, secondo l’ordinamento spagnolo, prevede fino ai trent’anni di reclusione. Il segretario di Stato belga, Theo Francken, ha espresso una tendenziale apertura nel permettere un eventuale asilo politico a favore dei maggiori esponenti dell’indipendentismo catalano, seppur con le dovute cautele. «Puigdemont potrebbe richiedere al Belgio asilo politico, nonostante non vi sia ancora una domanda. Tuttavia un simile scenario ci metterebbe in una difficile situazione diplomatica con la Spagna»: ha dichiarato Francken. Il segretario di Stato, al contempo, si è espresso in maniera apparentemente critica nei confronti della gestione del conflitto da parte del governo spagnolo: «Quando vediamo la situazione, la repressione da Madrid e le condanne che si rischiano, ci si può domandare se ci sarà un processo equo».
Non è quindi chiaro lo scenario, sebbene tutto il mondo stia attendendo l’evoluzione delle relative dinamiche per scegliere le posizioni da adottare in ambito di relazioni internazionali. Nel frattempo, a Barcellona, gli unionisti sono scesi in piazza nella giornata di ieri per manifestare il loro dissenso nei confronti di un conflitto che potrebbe finire con l’assumere i tratti di una vera e propria guerra civile. Presenti tra i manifestanti anche gli esponenti del partito popolare, il cui leader è proprio Mariano Rajoy, colui che si è opposto con ogni mezzo alle pretese degli indipendentisti. Inoltre, i sondaggi al momento vedono in Catalogna un calo degli indipendentisti, in favore degli unionisti che vantano adesso il 43% del consenso, contro il 42% degli autonomisti. Che sia arrivato il capolinea per Carles Puigdemont e il sogno dello stato della Catalogna?
Francesco Laneri
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