Domenica scorsa è stato pubblicato online il testo integrale di una lettera, nella quale venivano rivolte accuse esplicite di eresia a Papa Francesco da 62 cattolici conservatori firmatari. Fra costoro vi sarebbero diversi esponenti della Chiesa, da sacerdoti ad ex funzionari e professori universitari, compreso l’ex presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi.
Che vi fosse all’interno della Chiesa una corrente conservatrice ostile alle politiche di Papa Francesco era noto da tempo, ma un’accusa simile nei confronti di un Papa da alte cariche del mondo cattolico non ha alcun precedente storico. Colui che si ritiene “eretico” è qualcuno che nonostante si professi cattolico rifiuti la dottrina della Chiesa; per questo sembra difficile concepire la possibilità di un Papa eresiarca. Il gruppo di sacerdoti e studiosi tradizionalisti che accusa Bergoglio adduce fra le sue ragioni ben sette proposizioni eretiche pronunciate dall’uomo in più occasioni e in particolare nell’ultima esortazione apostolica Amoris laetiti” pubblicata ad aprile scorso, per un passaggio nel quale viene consentito ai divorziati di accedere al sacramento della comunione. Fra i nomi più noti dei firmatari vi sono inoltre il vescovo svizzero Bernard Fellay, esponente della corrente conservatrice dei lefebvriani e Roberto de Mattei, l’ex vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche del governo italiano.
La lettera era stata prima inviata in privato al Papa lo scorso 11 agosto, ma non ricevendo risposta i suoi firmatari avevano deciso di diffonderla online il 24 settembre. La replica alle accuse in realtà era giunta solo indirettamente lo scorso 10 settembre durante il colloquio riservato del Papa con i confratelli gesuiti a Cartagena durante il suo viaggio in Colombia, nel quale Bergoglio asseriva che “la morale dell’Amoris laetitia è tomista”, rifacendosi al più ortodosso dei pensatori cristiani San Tommaso d’Aquino. Secondo l’uomo le accuse a lui rivolte sarebbero rispettabili ma sbagliate, in quanto la teologia della sua esortazione apostolica non sarebbe lontana dalla morale del famoso teologo, nella quale fra le questioni più evidenti vi è la possibilità della comunione anche per divorziati e riposati, precedentemente esclusi dal sacramento.
Secondo quanto riportato da Civiltà Cattolica il Papa avrebbe dichiarato: «Sento molti commenti, rispettabili, perché detti da figli di Dio, ma sbagliati, sull’Esortazione apostolica post-sinodale. Per capire l’Amoris laetitia bisogna leggerla da cima a fondo. A cominciare dal primo capitolo, per continuare con il secondo e così via… e riflettere. E leggere che cosa si è detto nel Sinodo ». Inoltre, Bergoglio avrebbe invitato i confratelli ad un confronto con il cardinal Schonborn, ritenuto «un grande teologo, tra i migliori di oggi e tra i più maturi» per aiutare le persone che confidano che la morale sia pura casistica, riscoprendo la ricchezza del pensiero di Tommaso, ancora oggi in grado di ispirarci. Non si tratta della prima volta in cui Papa Francesco viene contestato per il suo approccio più aperto nei confronti delle coppie separate e degli omosessuali, sebbene con molto distinguo. Lo scorso novembre quattro cardinali emeriti (ossia privi di qualsiasi incarico) avevano espresso pubblicamente dei dubia sempre riferendosi ai contenuti dell’Amoris laetitia sul matrimonio e la famiglia.
Diana Avendaño Grassini
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