«Era una persona speciale, un uomo di cultura, profondo e straordinario aperto al dialogo, è stato parte della vita di ciascuno di noi». Nelle parole dell’arcivescovo di Catania Luigi Renna e del rettore Francesco Priolo traspare tutta l’emozione nel ricordare la figura di monsignor Zito, scomparso prematuramente nel 2019, che fu rettore della Chiesa monumentale di San Nicola La Rena, preside dello Studio teologico, parroco e vicario diocesano, storico e docente di Archivistica nel dipartimento di Scienze umanistiche.
E proprio il Disum mercoledì pomeriggio ha dedicato alla sua memoria un’area studio al primo piano dell’ex Monastero dei Benedettini, nel corridoio su cui si affaccia la rettoria di San Nicola, con tavoli e sedie a disposizione degli studenti: «uno spazio – ha garantito il direttore del dipartimento Marina Paino – che sarà curato con particolare decoro e rispetto».
Alla cerimonia, oltre alla sorella Antonella, erano presenti numerosi religiosi, docenti del dipartimento e amici del sacerdote, arricchendo di ‘calore umano’ il momento dell’intitolazione: «E’ bello – ha aggiunto il rettore Priolo – che il dipartimento scelga di dedicare alla sua memoria un luogo di vita e di studio, valorizzandone oltre che il ricordo anche l’esempio».
«Il dipartimento ha scelto di dedicargli proprio lo spazio da lui frequentato quotidianamente negli ultimi anni – ha specificato la prof.ssa Paino -, continuando a intrattenere un rapporto intenso con le scienze umanistiche, pur non essendo più docente, come doveroso omaggio a un uomo che è stato un punto di riferimento per l’intera città di Catania».
«Padre Gaetano – ha ricordato l’arcivescovo Renna – era un uomo di cultura, un ‘faro’ per gli storici della Chiesa e dell’archivistica, con uno spirito versatile che gli permetteva di avere una visione di sintesi tra le discipline che studiava e la sua dimensione di fede, animata dal disegno dell’evangelizzazione, tanto nelle aule e nelle biblioteche in cui ha studiato o insegnato, che alla guida dello studio teologico o nelle parrocchie di periferia in cui ha operato».
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