Quando si pensa al lavoro “non pagato” si è abituati a pensare a tutti quei contratti illegali, ore in nero, e retribuzioni sottovalutate. Difficilmente, saltano in mente tutti quei “lavori” o mestieri di casa che se si vuole vivere con una minima igiene personale si è obbligati a fare.
Eppure, lavare il pavimento, pulire la cucina, il bagno, fare la lavatrice, la lavastoviglie, sono tutti mestieri che nessuno paga. Ma qualcuno deve farli e di solito chi ci pensa? Una donna.
Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro il “lavoro di cura” appunto, non viene pagato. Il 21% delle donne italiane in età lavorativa dichiarano di non cercare un’occupazione perché impegnate a prendersi cura della casa.
Ma che cos’è il lavoro di cura? Assistenza ai figli, agli anziani, alla pulizia della casa e l’igiene personale della famiglia. Tutto ciò, dunque, non viene riconosciuto come lavoro effettivo né economicamente, né socialmente.
La società di oggi si definisce ormai alla pari e parole come “femminismo” e “parità di genere” vengono spesso ritenute parte di un problema superato. Resta comunque il dato che sulle donne ricade il 74% del lavoro di cura (non pagato), ovvero 5 ore al giorno, mentre sugli uomini un’ora e 48 minuti.
«Forse gli uomini hanno una casa più piccola e fanno prima a pulirla». Ma quando un uomo e una donna vivono insieme come mai si dà per scontato che ci pensi lei?
Secondo ProntoPro.it, sito che si occupa di preventivi in ambito lavorativ, il lavoro di cura di una donna dovrebbe essere pagato 3000 euro al mese netti.
Il portale ha preso in considerazione tutte le attività svolte dentro e fuori casa: «Con le relative paghe orarie riconosciute a chi esercita i diversi mestieri al di fuori della famiglia, come lavoratore professionista. È emerso che lo stipendio mensile medio sarebbe pari a quello di chi ricopre cariche manageriali, di medici specializzati e di liberi professionisti».
Il portale spiega dunque che: «In media 7 ore settimanali di cura dei bambini valgono 230 euro. 4 ore alla settimana di lavanderia e stiro sarebbero 155,40 euro. 14 ore da colf invece 560 euro. 10 ore e mezza in qualità di chef sarebbero retribuite 1.260 euro e infine 6 ore settimanali da insegnante privato 480 euro».
«Sommando le attività non retribuite delle mamme si arriverebbe al considerevole stipendio di 3.045 euro netti al mese. D’altronde il lavoro di mamma inizia fin dalle prime ore del giorno con il ruolo di autista privato per accompagnare i propri bambini a scuola, in piscina o dagli amici, e prosegue fino a tarda sera. Lavanderia, stireria e pulizie sono le mansioni che in media portano via più tempo dato che per svolgere questi lavori si impiegano almeno 18 ore a settimana», spiega il portale.
Si tratta di un preventivo molto eccessivo, che non tiene conto del ruolo del padre, se si pensa a una coppia con figli. Nella maggior parte dei casi, le donne in questione hanno anche un ulteriore lavoro fuori dalle mura domestiche. È bene chiedersi, quando le donne dell’antichità hanno “firmato” questo contratto di lavoro di cura e per quanto ancora durerà.
Questa situazione è dovuta a una questione sociale che va avanti da tempo, ma l’OIL con la sua ricerca dimostra che parole come “femminismo” e “parità di genere”, forse, servono ancora. Magari, non proprio per raggiungere la retribuzione per il lavoro di cura, ma per una divisione più equa dentro le quattro mura di casa.
Nicole Rastelli
Fonte foto: Il Messaggero.it
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