Khamiyah Mobley è nata in Florida ma fu rapita da una finta infermiera presso il reparto maternità dell’ospedale. È stata ritrovata viva dalla polizia 18 anni dopo in South Carolina grazie al test del DNA.
Ormai non è più una bambina, ma tutte le agenzie riportano la notizia del ritrovamento di una “bambina” 18 anni dopo essere stata rapita dalla sua culla in un ospedale della Florida. Khamiyah Mobley, questo era il nome che la sua madre biologica, Shanara Mobley, le aveva dato prima che una finta infermiera la prelevò dalla sua culla sostenendo che la piccola avesse la febbre e necessitava di essere trasferita in un altro reparto. Da quel momento Shanara non ha più visto sua figlia, ma non ha mai smesso di cercarla e così, dopo 18 anni, è arrivata una mail che ha dato una svolta decisiva alle indagini.
Grazie ad una soffiata, infatti, è stata individuata in South Carolina, a Walterboro, la ragazza che viveva con quella che credeva fosse la sua vera madre. Lo sceriffo di Jacksonville, Mike Williams, ha annunciato così l’arresto della cinquantunenne Gloria Williams, affermando che l’individuazione della ragazza scomparsa è stata possibile grazie al test del DNA. Inoltre, in casa sono stati trovati i documenti falsi per nascondere la vera identità della ragazza.
Lo sceriffo ha precisato che la giovane «viveva come una normale ragazza di diciotto anni – e che a causa dello choc subito – avrà bisogno di tempo e assistenza per razionalizzare il trauma, vogliamo quindi rispettare la sua privacy». Proprio per questo motivo non è stato diffuso il nome della ragazza. La famiglia, che ricevette 1,5 milioni di dollari dopo aver vinto la causa contro l’University Medical Center, adesso è felicissima per la notizia del ritrovamento. Ma, essendo ormai maggiorenne, spetterà alla ragazza decidere se riconoscere o meno la sua famiglia biologica.
Gianluca Merla
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