Dopo le affermazioni dell’avvocato di parte civile Dario Romano, che ha criticato le “domande da Medioevo” durante l’interrogatorio mercoledì della principale accusatrice di Ciro Grillo e dei suoi tre amici, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, l’avvocato Antonella Cuccureddu, difensore di Ciro Grillo durante il processo, replica con determinazione: “Non mi faccio intimidire, continuerò a fare domande esclusivamente sui fatti, che ovviamente riguardano un processo per violenza sessuale e non un furto di borsette“. I giovani sono accusati di violenza sessuale di gruppo nel processo che si sta svolgendo, a porte chiuse, presso il tribunale di Tempio Pausania (Sassari).
“Tutte le domande effettuate mercoledì sono state valutate e autorizzate da un tribunale del 2023, che segue il sistema accusatorio che implica il contro-esame, incentrandosi non sui pianti e i sentimenti della vittima, bensì solo sui fatti“, afferma Cuccureddu. “Non ho motivo di discutere la questione con il mio collega: entrambi conosciamo il codice di procedura penale. Tuttavia, porterò all’attenzione del tribunale quanto sta accadendo in questo processo: la pressione che stiamo affrontando tutti a causa della stigmatizzazione delle domande sui fatti, e non sui sentimenti, presentate dal tribunale. È una pressione sul tribunale“. E prosegue: “Mi intimidiscono scrivendo che ho posto domande non ammissibili, preistoriche o medievali, riportando quanto dichiarato dalla parte civile“.
L’avvocato Cuccureddu ha evidenziato diversi “non ricordo” e contraddizioni nei ricordi della presunta vittima di violenza sessuale, Silvia (nome di fantasia), una ragazza italo-norvegese di 23 anni (19 all’epoca dei fatti). L’interrogatorio si è concentrato su due situazioni che avrebbero rivelato incongruenze tra quanto dichiarato dalla ragazza ai carabinieri e quanto successivamente riferito in aula. Una di esse riguarda i 14 messaggi inviati dalla presunta vittima, tra le 14:15 e le 14:45, cioè dopo aver subito la presunta violenza secondo la sua ricostruzione. Tali messaggi sono stati indirizzati a diverse persone, tra cui l’istruttore di kitesurf, chiedendogli di spostare l’appuntamento della lezione al giorno successivo.
Sui social, le polemiche non accennano a placarsi: diverse persone hanno scritto e commentato quanto si suppone sia avvenuto nel processo a porte chiuse. In particolare, alcune attiviste dei movimenti femministi sardi hanno paragonato lo svolgimento del dibattimento al processo tenutosi a Latina nel 1979 riguardante il delitto del Circeo, contro Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido. “Si potrebbe valutare l’opzione di manifestare fuori dal tribunale per esprimere solidarietà a questa ragazza“, ha scritto un utente. Tale proposta è attualmente in valutazione in vista delle prossime due udienze previste per il 30 gennaio e il 1 febbraio.
“‘Come le hanno tolto gli slip?’. ‘Perché non ha dato un morso?’. Leggendo la cronaca dell’udienza della ragazza che ha denunciato uno stupro di gruppo, provo brividi e molta rabbia“. Così interviene su Facebook l’ex presidente della Camera Laura Boldrini sulle polemiche riguardanti le domande rivolte dalla difesa all’accusatrice di Grillo Jr e ai suoi tre amici.
“Come giustamente afferma l’avvocata Boiano, sembra di essere tornati a ‘Processo per stupro, a 50 anni fa, con la donna che ha denunciato finisce sotto accusa al posto dei presunti stupratori – aggiunge nel post -. Sotto accusa perché non ricorda se in taxi ha appoggiato le gambe su quelle di uno degli imputati. Qual è il punto? Anche se lo avesse fatto, cosa si vuole dimostrare? Che se l’è cercata? Che quello è il via libera, implicito e scontato, a un rapporto sessuale non desiderato? Questo modo di difendere imputati per stupro è sconvolgente e scandaloso. Questa è vittimizzazione secondaria, un’altra forma di violenza che colpisce le donne che denunciano. E non ha nulla a che fare con il diritto di difesa di chi è accusato. Questa è misoginia e deve restare fuori dai tribunali“.
Con ogni probabilità, il contro-esame della presunta vittima nel processo non si concluderà con l’udienza odierna. Si prevede che continuerà il 31 gennaio e il 1 febbraio 2024, con le domande delle difese rivolte alla giovane italo-norvegese e, eventualmente, con le controrepliche del Pm Gregorio Capasso. Successivamente, a porte chiuse, saranno chiamati altri testimoni a partire dalle udienze dell’7 e 8 marzo, dell’11 e 12 aprile e del 13 e 14 giugno.
Fonte Foto in Evidenza: ansa.it
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