A Palafavera, Filippo Turetta, 22 anni, di Torreglia (Padova), è scomparso insieme alla sua ex fidanzata Giulia Cecchettin di Vigonovo, Venezia. In Val di Zoldo, alle 7:37 di domenica, la Grande Punto scura di Filippo Turetta (targata FA015YE) è stata fotografata in direzione est. Alle 9:07, un secondo scatto a Ospitale Cortina, sulla statale Alemagna in direzione Cimabanche-Dobbiaco. L’auto, vagante senza meta da quattro giorni tra le montagne del Bellunese e del Trentino-Alto Adige, è al centro di un massiccio sforzo di ricerca.
Studenti universitari, Giulia avrebbe dovuto laurearsi in ingegneria biomedica domani mattina. Dopo una cena a Marghera sabato sera, sono scomparsi nel nulla, lasciando tracce intricatamente disposte come tessere di un mosaico irrisolvibile.
«L’auto è in movimento, preghiamo chiunque li veda di avvisarci – dice la zia di Giulia, Elisa Camerotto – di più non posso dire».
Edoardo Genovese, criminologo dell’associazione Penelope, esperta nella ricerca di persone scomparse, afferma che «la targa dell’automobile di Filippo è stata fotografata nel Bellunese» nella notte tra lunedì e ieri, martedì 14 novembre.
L’informazione potrebbe non essere confermata, così come i passaggi a Sacile e Pordenone, in Friuli Venezia Giulia, menzionati lunedì e nuovamente ieri sera. Non c’è alcuna conferma nemmeno sulle chiazze di sangue trovate a terra in via Quinta strada a Fossò, vicino al passaggio dell’auto sabato sera. La procura ha richiesto gli esiti del DNA, e ci vorrà qualche giorno per determinare se quel sangue appartiene a Giulia, Filippo, o se è completamente estraneo a questa vicenda.
Ieri, vigili del fuoco e sommozzatori hanno ispezionato il Naviglio Brenta tra Fiesso e Stra alla ricerca di un corpo, ma è solo una delle piste degli investigatori. C’è una remota ipotesi che Filippo abbia ucciso Giulia e abbia gettato il corpo nel fiume prima di fuggire, ma è solo una delle tante considerate. Certi sono invece i due scatti nel Cadore e sopra Cortina, in direzione Dobbiaco. Le foto mostrano solo la targa e non rivelano il numero di occupanti nell’auto. Filippo, un’anima solitaria e introversa, trova nelle montagne la forza per rigenerarsi. Il generale Nicola Conforti e il tenente colonnello Giuseppe Battaglia coordinano le indagini, aperte su scala nazionale.
Per le famiglie Cecchettin e Turetta, queste ore sono un’agonia. Ieri si sono riunite per rilasciare una dichiarazione congiunta: «Ragazzi tornate, siamo qui, vi aspettiamo, tutto vi sarà perdonato». La circostanza che l’auto si stia muovendo offre una speranza ad ambedue, suggerendo uno scenario forse meno tragico di quanto inizialmente sembrasse. Il punto di partenza delle indagini è stata la segnalazione giunta ai carabinieri alle 23.15 di sabato sera.
Un uomo nota una coppia litigare in un’auto, nel parcheggio a pochi metri dalla casa di Giulia a Vigonovo, sentendo una ragazza urlare: «Lasciami mi fai male, in quel momento avevo capito che sicuramente c’era un litigio, ho avuto paura perché non sapevo se si stavano picchiando. Ho chiamato i Carabinieri. Era verso le undici e un quarto». La testimonianza, a “Chi l’ha visto”, di un vicino di casa di Giulia Cecchettin, la ragazza scomparsa del Veneziano insieme all’ex fidanzato Filippo Turetta.
Quando i carabinieri arrivano, l’auto è già sparita. Solo la mattina successiva, con la denuncia della scomparsa di Giulia e Filippo, quella segnalazione acquista un significato più profondo. Sono i Cecchettin a fare il collegamento tra le urla udite e la scomparsa di Giulia, ritenendo plausibile che fosse a bordo di quell’auto. La ricostruzione che colloca i due ex fidanzati nel parcheggio davanti a casa di Giulia alle 23:15 di sabato trova conferma nei dati cellulari, che si collegano alla cella telefonica di Fossò alle 23:00, l’unico segnale nella zona. Da quel momento, i telefoni si spengono. La telecamera di via Prima Strada a Fossò registra la Grande Punto alle 23:30. Poi il silenzio fino alla mattina successiva, quando l’auto riappare in Val di Zoldo.
Nessuno osa immaginare il peggio; gli investigatori stanno esplorando tutte le possibilità, compresa quella di ritrovarli entrambi in buona salute. Tuttavia, il prolungato silenzio di Giulia rimane inspiegabile in caso di benessere. Basta poco per mettersi in contatto con la famiglia e rassicurarla. Nonostante ciò, i parenti di lei mantengono la speranza.
«Mia nipote è una ragazza forte, ha carattere, lo riporterà indietro, lo convincerà a tornare a casa» dice zia Elena.
Con il passare del tempo, le speranze di una risoluzione positiva della vicenda si riducono.
«Siamo angosciati – spiega Elena, sorella di Giulia alle telecamere – mia sorella voleva solo laurearsi, non voleva stare con Filippo, io gli avevo consigliato di lasciarlo».
Poi parla anche il fratello di Filippo, Andrea: «Si frequentavano da amici, uscivano con la stessa compagnia, non mi sono mai reso conto che qualcosa andasse, anche se – ammette – ultimamente lui era un po’ triste, ma ho attribuito tutto al suo carattere schivo e timido. Mio fratello non ha mai fatto del male a nessuno, è un ragazzo buonissimo».
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