In una giornata, la sesta del campionato di A, pervasa su più di un campo da nostalgia e sentiti ricordi sale in cattedra l’Auxilium Torino, che sbanca con autorità il campo dei campioni d’Italia della Reyer consentendo a Milano di raggiungerli in classifica. Dall’alto, in solitaria, guarda però tutti la Leonessa Brescia che battendo la Grissin Bon rimane imbattuta e inchioda, complice il primo successo di Brindisi, gli emiliani sul fondo della graduatoria.
Lombardia terra di incontri e rievocazioni, almeno nell’ultima domenica di Serie A. Sui campi di Cremona e Milano sono infatti andati in scena due ricongiungimenti che i protagonisti in questione e non solo sicuramente hanno sentito: al PalaRadi Meo Sacchetti in panchina e i cugini Diener in campo hanno ritrovato per la prima volta tutti assieme da avversari quella Dinamo Sassari al cui riempimento della bacheca i tre hanno contribuito non poco nelle scorse stagioni.
Alzata la palla a due però i sentimentalismi sono scomparsi e la Vanoli ha subito preso in mano il comando delle operazioni, imponendosi in area (32-25 il computo finale dei rimbalzi) e trovando con precisione e continuità quelle soluzioni dalla distanza (14/25 nel tiro da tre alla fine) che specialmente nel quarto periodo (5/5) le hanno permesso di scappare e ottenere così col punteggio di 96-81 il terzo successo in campionato, il secondo consecutivo dopo il colpo esterno della scorsa settimana a Pesaro.
Un successo casalingo che non è sfuggito neanche all’Olimpia Milano nell’altra gara degli ex contro la Virtus Bologna, uno scontro di grande storia e prestigio fra le due società con più partecipazioni nella massima categoria e allo stesso tempo più titolate d’Italia. Da una parte Simone Fontecchio, uno dei giocatori più rappresentativi e talentuosi nel roster delle V nere nell’anno della retrocessione, dall’altra tutti gli occhi del Forum erano per il ritorno alla base di Alessandro Gentile, accolto decisamente con più applausi che fischi dal pubblico che ha fatto gioire per la conquista degli scudetti 2014 e 2016.
L’ala di Maddaloni ha provato a trascinare i suoi (miglior marcatore bolognese con 20 punti) e sorprendere la sua vecchia squadra sul campo di casa ma alla fine ha dovuto alzare bandiera bianca (72-64 il parziale finale) di fronte a un’Olimpia dalle rotazioni sempre più corte e dalle cattive percentuali nel tiro da fuori (18%), ma ancora molto efficace nel pitturato e fredda ai liberi quanto contava.
La squadra di Pianigiani (allenatore tra l’altro di Gentile all’Hapoel Gerusalemme nel finale della sfortunata scorsa stagione dell’azzurro) così interrompe la mini-striscia di due sconfitte consecutive tra campionato e Eurolega e rimane a due sole distanze dal primo posto di Brescia, a pari punti con Venezia e Torino, affrontatesi domenica al Taliercio in un match molto combattuto risoltosi a favore degli ospiti solo nel finale.
Venezia, con un Peric perfetto dal campo (8/8) e un Orelik (24 punti) sempre più decisivo, ha saputo ricucire uno scarto di 11 punti scavato da Torino con Patterson e Andre Jones arrivando fino all’85-85 per poi essere ricacciata indietro nell’ultimo minuto e mezzo da una Fiat cinica, brava a distribuire le responsabilità (ormai una costante dell’attacco torinese, con minimo tre uomini in doppia cifra in tutte le gare ad eccezione della sconfitta di Avellino) e determinata a giocare da qui fino alla fine della stagione il ruolo di outsider fastidiosa e di valore.
Una veste che probabilmente indosserà anche Venezia (come Torino impegnata nelle coppe europee) così come la sempre più sorprendente Brescia di coach Diana, che attualmente sta percorrendo la striscia vincente più lunga della propria storia. A cedere il passo questa settimana all’unico team rimasto a punteggio pieno in Italia è stata la sempre più in crisi Grissin Bon, chiaramente penalizzata dalle assenze di Cervi e Nevels ma comunque parsa poco solida e con troppo poche alternative al trio Della Valle–Reynolds–Wright.
Sono loro che con il cuore e le proprie invenzioni hanno provato a tenere a galla gli emiliani di fronte all’aggressività della Germani, squadra invece ampiamente in fiducia, spinta dalla voglia di stupire e dalla forza di un progetto che, per ammissione dello stesso allenatore emiliano «ricorda per continuità tecnica e serietà della società» proprio quello di Reggio.
In quest’ultima però, paradossalmente, non sono gli americani ad aver problemi di impatto e ambientamento ma al contrario sono gli italiani e i comunitari attualmente a portare un contributo poco redditizio: in questo senso basta pensare che dalla panchina, tolto Nevels, gli altri giocatori a roster contribuiscono tutti insieme con 12 punti di media a partita, un apporto troppo risicato da parte di chi dovrebbe far rifiatare e non far rimpiangere i titolari.
Due che invece riposano poco e nell’ultima giornata, grazie alle proprie prestazioni individuali, hanno avuto un ruolo fondamentale nel successo delle rispettive compagini sono Cady Lalanne e Randy Culpepper, entrambi sopra i trenta minuti di impiego medio ed entrambi a ridosso della top ten dei migliori marcatori del campionato.
Il primo è un «5» atipico, dotato di tiro da fuori, grande predisposizione a rimbalzo e notevoli mezzi atletici, qualità che prima hanno convinto gli Spurs a sceglierlo nel 2015 con la venticinquesima scelta al draft e poi il general manager Giuliani a prelevarlo da Porto Rico e portarlo in Salento dove viaggia in doppia doppia di media (14,7 punti e 12,3 rimbalzi).
Contro Avellino il venticinquenne di Haiti ha mancato l’appuntamento con la doppia cifra alla voce «rimbalzi» ma ha dato più di una grossa mano alla Happy Casa nella conquista della prima vittoria stagionale, quella che finalmente le ha fatto abbandonare quota zero punti in classifica e che in Puglia sperano abbia definitivamente sbloccato la squadra di Dell’Agnello.
Il secondo è la classica guardia americana con molti punti nelle mani che sopperisce alla mancanza di centimetri con verticalità ed esplosività, capace di creare molto dal palleggio e con un forte istinto da ruba palloni.
A lui è andata la palma della miglior prestazione di giornata a livello di punti, dato che contro Pistoia il nativo di Memphis ne ha messi a referto 36 nella vittoria (la terza in stagione) di una sempre più commovente Cantù, un club che oggi, causa problemi societari, non vive una situazione bellissima ma che, visto il proprio passato e l’attuale presente, un pensiero velato di malinconia lo suscita sempre.
E nella giornata dei ricordi la speranza dei tifosi bianco-blu è proprio che la storia della loro squadra non diventi presto motivo di una nostalgica rievocazione.
Federico Guido
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