Regina e Madre dell’ Iraq, viaggiatrice, archeologa, diplomatica, scrittrice, linguista, cartografa ma soprattutto Donna in un’ epoca a cavallo tra fine 1800 e inizio dell’ 1900. Gertrude Margaret Lowthian Bell sovvertì tutte le convenzioni femminili e rese possibile l’impossibile.
Da sempre abbiamo pensato che i viaggi in posti lontani e sconosciuti, le imprese eroiche, le intrepide scoperte di nuovi mondi fossero doti maschili, specialmente in un’ epoca come il 1800. Sbagliavamo. Gertrude nasce a Washington Hall, nella contea di County Durham, in Inghilterra il 14 Luglio del 1868 da una ricca famiglia di industriali. Il Padre, suo primo grande sostenitore, magnate dell’acciaio, è un filantropo amante della cultura. Amico di famiglia è lo scrittore Henry James. In questo clima familiare Gertrude cresce e a soli 16 anni matura la decisione di iscriversi ad Oxford dove consegue la laurea in Storia moderna. Inizia così la sua peculiare propensione a tagliare traguardi insoliti. E’ infatti la quarta donna a laurearsi a Oxford, dove la presenza femminile è cosa rara, e il suo successo è notato dal Times che ne fa menzione. Gertrude è una donna elegante, minuta, dalla figura slanciata, occhi verdi, nasino alla francese e lunghi capelli setosi color rame. Al contrario, il suo carattere è forte, intraprendente: è una sognatrice , ha alti ideali e valori morali e si batte per realizzare i suoi sogni. Dopo la laurea , nel 1892, un’ impaziente voglia di scoprire il mondo la spinge in Persia dove va, in vacanza, a trovare lo zio, Sir Frank Lascelles, diplomatico britannico a Teheran. Qui si Innamora della poesia di ʿUmar Khayyām, degli usi e dei costumi del popolo persiano che descrive in un libro intitolato “ Persian Pictures”.
Tornata dalla Persia viaggia per il mondo, va in Svizzera dove pratica l’alpinismo e in molti stati Europei. Così impara a parlare fluentemente: francese, tedesco e italiano che si sommano alla sua approfondita conoscenza dell’arabo, turco e persiano facendo di lei un’autentica poliglotta. Arricchita di questo enorme bagaglio di esperienza, nel 1899 decide di tornare in oriente. Stavolta però non resta in un solo luogo ma compie dei viaggi di esplorazione. Si addentra in luoghi impervi, affronta il deserto, visita la Siria, la Mesopotamia e la Turchia accompagnata da due soldati arabi e dal suo fedele servitore. In 600 giorni o poco più percorre circa 35.000 km esplorando posti dove mai una donna occidentale fosse stata.
Grazie alla fotografia, altro suo talento, documenta tutto ciò che studia, dai reperti archeologici alle testimonianze epigrafiche e annovera minuziosamente tutti i dettagli delle scoperte nei suoi diari da cui nascerà il libro “Syria: the Desert and the Sown”.Certamente il suo modo di viaggiare è strambo: cavalca su grossi cammelli per più di dieci ore al giorno e spesso con una mano regge un ombrello per proteggersi dal sole e con l’altra un libro che legge. Per le soste oltre alla classica tenda beduina si fa montare una vasca da bagno fatta di tende. Nei viaggi impara a sopportare la fame, il caldo e il freddo della fortissima escursione termica tra giorno e notte. Si abitua a bere l’ acqua anche se pullulante di vermi e per sopportate tale fatica nelle sere desertiche da “ Le Mille e una notte” condivide il narghilè pieno di oppio coi compagni viaggiatori. Porta con sé, in grandi bauli, abiti da sera sfavillanti, pellicce, stivali di tela, camicette di cotone, sciarpe di lana, vesti di batista e gonne di lino.
Tutto questo perché all’inizio del 1900 il Ministero degli Esteri Britannico necessitando di informazioni circa l’ avanzata tedesca nei territori dell’Impero Ottomano sceglie Bell proprio perché donna e fine ospite, empatica, gentile ( lascia affascinati gli emiri e i sultani suoi ospiti ai quali sempre regala qualcosa di molto prezioso come binocoli o armi da fuoco) che può in incognito registrare i movimenti tedeschi e informare gli Esteri britannici. Entra a far parte dell’ Intelligence Britannica. Sotto gli stati di pizzi e merletti dei suoi vestiti nasconde la fotocamera, le pellicole e la pistola. Quanto più sfarzo e opulenza esibisce tanto più i sultani e i capi tribù le confidano informazioni riservate e le mostrano il loro rispetto.
Gertrude sa essere persuasiva. Rischia la vita, è rapita da un gruppo di predoni, vaga sola per giorni, è imprigionata per settimane ad Ha’il ,ma resiste. Nel 1916 è invitata dal Generale Clayton a consigliare il funzionario politico Percy Cox su come comportarsi nelle zone da lei esplorate. Gertrude cura le mappe per aiutare l’esercito di Sua Maestà ad arrivare in modo sicuro a Baghdad. Diventa l’ unica donna fregiata dell’incarico di Ufficiale di collegamento al Cairo, nelle Forze Armate presso l’Arab Boureau come massima esperta del mondo arabo.
Consiglia Lawrence D’Arabia sul modo e sul quando far scoppiare la Rivolta Araba. Nel 1921 interviene alla conferenza del Cairo alla presenza di Winston Churchill e proprio durante tale occasione vengono istituiti sotto suo consiglio gli stati Iraq, di cui Gertrude disegna i confini e Transgiordania con a capo due sovrani da lei suggeriti: Faysal e Abd Allah. Sin dai tempi di Oxford Gertrude si trova costretta a confrontarsi con un mondo maschile che le è ostile perché la vede, bene, come una minaccia. I diplomatici britannici la detestano profondamente e la descrivono come “una donna insulsa e bofonchiante” o anche “una piena di sé, che ancheggia fin troppo”.
In verità essi sono infastiditi dalla sua presenza e non digeriscono il fatto che a dar loro ordini debba essere proprio lei. Nel 1926 a soli 58 anni Gertrude muore. Diceva: “Osservate il deserto di prima mattina e morite, se potete!” A Baghdad sarà per sempre ricordata come “La Regina senza corona dell’ Iraq” a cui apparterrà per sempre. Tutte le bambine di oggi dovrebbero conoscere la storia di Gertrude per sapere che devono sognare in grande, che possono realizzare tutti i loro sogni anche i più improbabili, proprio come fece Gertrude. La sua storia è narrata in un libro: “A Woman in Arabia: The Writings of the Queen of the Desert” redatto da Georgina Howell e scritto dalla stessa Gertrude. Inoltre le è stato dedicato il film “Queen of the desert” (2015) scritto e diretto da Werner Herzog in cui Gertrude è interpretata da una magistrale Nicole Kidman.
Gilda Angrisani
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