La quarta stagione di “Never Have I Ever… – Non ho mai…”, l’ultimo capitolo della serie, è disponibile su Netflix dall’8 giugno e racconta l’ultimo anno di liceo di Devi Vishwakumar, una storia tutta dedicata alla gen z.
Devi è un’adolescente indiana che studia al liceo di Sherman Oaks in California, alle prese con i tipici problemi della sua età: amore, amicizia, famiglia e scuola. Tuttavia, lo stereotipo da commedia romantica è totalmente ribaltato: una storia inclusiva e attualissima, non si scompone nel parlare in maniera ironica e sarcastica, ma mai superficiale, di argomenti delicati come il lutto, il dolore e il trauma.
La serie, sin dalla prima stagione, si propone di raccontare il percorso di superamento del trauma della morte del padre di Devi, colpito da un infarto durante il concerto di fine anno dell’orchestra del liceo. Da questo momento la ragazza inizia un percorso con una terapeuta per imparare ad affrontare la perdita, anche se lei sembra concentrarsi soltanto sulle sue speranze amorose.
Il fantasma del padre segue ogni sua scelta e momento di sconforto, incoraggiandola e dandole supporto. Devi è tutto fuorché equilibrata, reagisce a ogni evento con impulsività e violenza: numerosissimi sono i suoi attacchi d’ira incontrollata, le vendette infantili e crudeli. Vive i rapporti con le amiche, con la sua nemesi e con la sua cotta in maniera scostante, incapace di sintonizzarsi con gli altri, incapace di empatizzare e totalmente egocentrica, non riesce a focalizzarsi sui suoi sentimenti, cerca di scappare dal dolore.
Fra i temi centrali della stagione c’è il college, la speranza di essere accettati in quello dei sogni, la difficoltà di scegliere il più affine alle proprie aspirazioni, la paura di non integrarsi o di sbagliare strada.
Paxton, appena diplomato, resta fortemente deluso dall’esperienza universitaria, terrorizzato dall’idea di fallire sul piano accademico e sociale, spaventato dall’indifferenza che gli mostrano gli altri, cosa a cui non è assolutamente abituato: scappa, torna al liceo, sperando di rivivere i suoi giorni di gloria.
Resta infinitamente deluso, tutti stanno andando avanti, lui non è più un liceale popolare e senza preoccupazioni, fatica a adattarsi al nuovo ruolo che deve rivestire. Inaspettatamente sarà proprio quel momento di difficoltà a dargli il coraggio di affrontare le sue paure e inseguire un nuovo sogno, con la paura di fallire ma la sicurezza, almeno, di averci provato.
La serie mostra anche un altro lato, spesso taciuto, il burnout: Blair si è focalizzata con tutte le sue energie sul suo futuro, per entrare al college ha sacrificato esperienze fondamentali, per ritrovarsi poi a vivere un sogno senza sapere chi fosse, perdendo di vista se stessa.
Le cotte e le relazioni, come nelle altre stagioni, hanno un ruolo preminente. Dopo una cocente delusione, cui segue ovviamente una classica reazione alla Devi tutta scoppiettante e distruttiva, la protagonista accetta il rifiuto con insospettabile grazia, per poi riconciliarsi con la rivale, con cui cerca di creare un rapporto di amicizia.
Si butta in una relazione di poco impegno, ha maggiore sicurezza in se stessa, senza compromettere i suoi desideri, le sue aspirazioni. Sarà lei stessa a troncare una volta realizzato che per lei c’è molto altro, ben più importante, a cui dedicare il suo tempo.
Non è più affamata di amore e di approvazione, accetta il suo essere un po’ folle, fuori dalle righe, non ha bisogno di un ragazzo figo che la faccia sentire bella e desiderabile.
Dopo tre stagioni di costante conflitto con la madre, da cui non si sente amata e che ha sempre la sensazione di deludere, e con la cugina, di cui invidia la bellezza, Devi trova pace.
Nel terzo capitolo affronta l’enorme problema di comunicazione con la madre, con cui adesso riesce a parlare, nonostante alcuni alti e bassi.
Nalini impara a dimostrare supporto, amore e orgoglio a sua figlia, mantenendo la durezza del carattere e la rigida educazione che la contraddistingue sin dal primo episodio.
Devi sostiene la madre, vuole per lei un futuro luminoso, al fianco di qualcuno che sappia amarla e renderla felice.
Abbraccia la cultura indiana in cui all’inizio del suo percorso non si riconosceva. In questo è decisamente commovente il parallelismo fra l’ultimo episodio e il quarto della prima stagione (Non mi sono mai sentita troppo indiana).
Le liti fra amiche, nelle stagioni precedenti catastrofiche, paragonabili a una apocalisse cosmica, sono sempre presenti, ma mostrano una capacità nuova di Devi di perdonare e comprendere le motivazioni altrui, di reagire alla rabbia in maniera sana, controllata. Non ignora le emozioni negative, ma le affronta con consapevolezza.
Le amiche di Devi, Fabiola ed Eleonor affrontano i propri drammi, ognuna ha il proprio spazio di brillare. Fabiola si deve confrontare con la scelta del college e affronta l’ambiente sessista e maschilista del club di robotica, che cerca di rendere più inclusivo.
Eleonor traccia per sé un percorso nuovo e inaspettato, cerca di raggiungere il suo sogno nonostante una strada irta e difficile.
L’ultima stagione racconta una Devi che non è più una ragazzina desiderosa di attenzioni, che sogna il ragazzo più figo della scuola, che ricerca la popolarità, che finge di essere qualcosa che non è, ma una giovane donna capace di accettarsi, che vive le relazioni in maniera sana, che non rifugge più il confronto con il proprio lutto, capace finalmente di essere se stessa e di ascoltarsi.
Si sente a tratti l’assenza dei momenti iconici, assurdi ed esagerati che hanno caratterizzato Piccola D, ma l’affetto verso il personaggio permette di godere e apprezzare il suo cambiamento. La sua crescita è il frutto di errori, conflitti, scelte discutibili e sogni, in una maturazione costante sia dal punto di vista morale, sia emotivo.
Le immagini sono tratte dal trailer Netflix pubblicato su YouTube.
Alessia Vasta
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