Dopo il giuramento pubblico presso il Campidoglio di Washington, dinnanzi ad una piazza decisamente non gremita di persone, è avvenuto ufficialmente il 20 gennaio scorso l’insediamento di Donald Trump come 45° presidente degli Stati Uniti d’America. Il mandato dell’imprenditore texano è subito iniziato con la firma di alcuni ordini esecutivi, uno dei quali ha autorizzato gli enti federali a ridurre i costi inerenti le misure dell’Obamacare, la riforma sanitaria approvata dal suo predecessore, che Donald non ha mai gradito, tanto da definirla «un vero e proprio disastro». Per quanto riguarda l’ambito della sicurezza nazionale, Trump ha manifestato la sua volontà di mettere a capo della Segreteria della Difesa l’ex generale James Mattis , derogando alle disposizioni della legge federale sul divieto di nominare per tale compito ex membri dell’esercito. Confermato dal Senato anche John Kelly a capo della Homeland Security.
Nell’ambito delle politiche ambientali, invece, è già avvenuto qualcosa che esula decisamente dall’ordinario. Infatti, subito dopo la cerimonia d’insediamento, sono stati rimossi dal sito della Casa Bianca tutti i dati inerenti i cambiamenti climatici, senza alcuna motivazione apparente. La direttiva imposta da Trump sembra quindi concretizzare immediatamente le promesse sul clima risalenti alla campagna elettorale, in cui il nuovo presidente aveva dichiarato di voler cambiare completamente modus operandi rispetto al suo predecessore. «Il nuovo Presidente ha una visione molto diversa, vuole aumentare le produzioni di petrolio e gas e aumentare i salari. Cosa vi aspettavate?», ha dichiarato il rappresentante dell’Istituto per le ricerche energetiche, Chris Warren.
Un altro inaspettato elemento riscontrato nel sito whitehouse.gov, dopo l’insediamento di Trump, è stata l’inspiegabile scomparsa dei dati inerenti le politiche Lgbt: provvedimento che ha fatto letteralmente infuriare gran parte della comunità statunitense. Non è nuova la scarsa propensione del miliardario texano verso le politiche ambientaliste e i diritti civili, ma probabilmente nessuno si sarebbe aspettato di vedere il nuovo inquilino della Casa Bianca iniziare sin da subito a lasciare la sua impronta, cancellando addirittura i dati governativi. Ad ogni modo, è ancora presto per giudicare l’operato di un uomo il cui mandato durerà per ben quattro anni. Una cosa è certa: nella storia recente è difficile ricordare un esito elettorale così carico di polemiche.
Francesco Laneri
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