Negli ultimi giorni si è molto parlato dell’iniziativa “Bonus Psicologo” con annesse polemiche riguardo alla mancata pubblicazione del decreto relativo al 2023. Tuttavia, all’interno di questo articolo, andiamo ad analizzare il perché e come nasce quest’importante iniziativa.
In relazione al disagio vissuto durante e dopo la pandemia da Covid-19, si sono accesi i riflettori anche sulla salute mentale e su come lo Stato poteva agire a tal proposito. Da vari studi ISTAT, riferiti ad anni precedenti alla pandemia, possiamo notare come il disagio correlato ad ansia e depressione fosse già presente nella popolazione. Secondo uno studio relativo all’anno 2015, in Italia la depressione è il disturbo mentale più diffuso: si stima che siano più di 2,8 milioni coloro che ne hanno sofferto nel corso di quell’anno. La depressione è spesso associata a stati di ansia cronica grave, che si manifesta principalmente in relazione a condizioni di stress lavorativo e sociale. La pandemia ha accentuato i sintomi sociali già presenti, in conseguenza sia all’isolamento dei ripetuti lockdown, sia alle perdite dei propri cari a causa del virus.
La mancanza di un supporto psicologico adeguato durante i periodi di isolamento ha provocato, o in alcuni casi aggravato, la condizione psicologica di molti italiani con particolari ripercussioni sui più giovani. La didattica a distanza ha avuto effetti negativi sugli studenti non solo in ambito scolastico, ma anche in ambito sociale. Stati depressivi e di ansia generalizzata sono sempre più diffusi tra i banchi di scuola. L’esperienza dimostra purtroppo che l’esigua presenza di specialisti in ambito scolastico non riesce a far fronte al crescente numero di casi.
A Dicembre del 2021 è stato introdotto un decreto-legge riguardo al contributo sulle spese relative a sessioni di psicoterapia, con modifiche che sono state svolte nel Febbraio del 2022. Ad oggi, con un ultimo aggiornamento relativo alla giornata del 15 novembre, sul sito dell’INPS è possibile leggere che:
L’iniziativa risulta necessaria in quanto le spese per sostenere un percorso, più o meno, lungo di psicoterapia sono elevate. La situazione diventa maggiormente critica soprattutto per le famiglie, in quanto i ristretti margini di spesa rendono il supporto psicologico un privilegio che solo i più agiati possono permettersi. Lo scopo del bonus è quello di permettere a tutti di accedere a questo trattamento ritenuto fondamentale per la salute generale della popolazione. Ricordiamo, inoltre, che i disagi psicologici sono ancora oggi visti come “malattie fantasma”. L’attenzione rivolta al problema, grazie a queste iniziative, svolge anche una funzione sociale volta a riconoscere questi problemi come reali.
Nei giorni passati Fedez, rapper milanese spesso coinvolto in iniziative sociali, ha puntato i riflettori sulla mancanza di fondi stanziati per il programma bonus psicologo del 2024. Se nel 2022 i fondi stanziati sono stati di 25 milioni – somma insufficiente che è riuscita a coprire solo il 10% delle richieste – per il 2024 le risorse a disposizione saranno solo 8 milioni.
È stata promossa una raccolta firme che nel giro di pochi giorni ha raggiunto i 300.000 consensi, diventando testimonianza della necessità degli italiani. La petizione propone l’aumento dei fondi e la pubblicazione delle linee guida per accedervi.
Dato il successo della raccolta firme il Ministero della Salute, tramite il ministro Orazio Schillaci, ha fatto sapere che si procederà a varare il progetto attuativo per sbloccare i fondi sul “Bonus Psicologo 2023”.
Alessia La Porta
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