Nel mondo contemporaneo le notizie viaggiano talmente veloci da essere date in pasto ai media per il tempo medio di ventiquattr’ore e da essere poi dimenticate a partire dal giorno successivo. Deve essere per questa ragione che i dati sconcertanti emersi dal rapporto Grandi disuguaglianze crescono di Oxfam sono già stati messi nel dimenticatoio, così da confermare l’idea secondo cui nulla è più in grado di stupirci e di indignarci, nemmeno la scoperta del fatto che, nel corso di quest’anno solare, la ricchezza detenuta dall’1% della popolazione mondiale supererà quella del restante 99%.
In realtà, la forbice sociale fra ricchi e poveri è in vertiginoso aumento ormai da anni. Dal rapporto emerge, infatti, che «dal 2010, 3,6 miliardi di persone [circa la metà della popolazione mondiale, ndr.] hanno visto la propria quota di ricchezza ridursi di circa 1.000 miliardi di dollari: una contrazione del 41%, nonostante l’incremento demografico abbia registrato 400 milioni di nuovi nati nello stesso periodo. I 62 super-ricchi hanno invece registrato un incremento di oltre 500 miliardi di dollari, arrivando così ad un totale di 1.760 miliardi di dollari». Numeri impressionanti in termini assoluti, ma ancora di più se si considera la loro evoluzione nel corso del tempo: in un mondo dove un miliardo di persone vive con meno di 1,25 dollari al giorno, la quantità di individui in possesso della metà della ricchezza globale è passata da 388 a 80 negli ultimi cinque anni. Nello stesso arco temporale, questi 80 soggetti hanno raddoppiato il proprio patrimonio in termini di liquidità.
Tuttavia, l’aumento della disuguaglianza non è ineluttabile. Per questo Oxfam, già dall’ottobre 2014 con il Rapporto Partire a pari merito, esorta i governi a rimuovere i fattori che causano oggi tale spirale di crescente disuguaglianza, e ad attuare politiche di redistribuzione della ricchezza e del potere che tolgano ai pochi per dare ai molti. In particolare, vengono proposte una serie di iniziative utili, fra le quali: una rete di protezione sociale universale, parità di retribuzione fra uomo e donna, investimenti nei servizi pubblici garantiti, distribuzione equa del carico fiscale e, soprattutto, lotta all’elusione fiscale delle multinazionali e ai paradisi fiscali. Si calcola, infatti, che 188 delle 201 più grandi multinazionali siano presenti in almeno un paradiso fiscale, causando così mancate entrate per un valore stimato intorno ai 100 miliardi di dollari. Per sensibilizzare i cittadini e mettere pressioni sulle istituzioni competenti, Oxfam Italia ha lanciato Sfida l’ingiustizia, una nuova campagna volta a combattere i paradisi fiscali e a rendere credibile l’impegno preso dai leader mondiali per eliminare la povertà estrema entro il 2030.
Lorenzo Guasco
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