La storia di una vita straordinaria pervasa da sacrifici, momenti di dolore e successi, traguardi raggiunti grazie alla forza della resilienza, di cui Zamperini fu impareggiabile maestro. Se l’epica sembra lontana ormai dalle vite degli uomini, in questo caso essa rivive. Come nelle avventure di Ulisse, così nella vita di Zamperini assaporiamo il gusto dell’ avventura, del pericolo, dell’inatteso e della gloria in una trama che travolge, avvince, suscita commozione, insegna e ispira.
Louis Silvie Zamperini, “Louie” per gli amici, nasce il 2 luglio 1917 nella piccola città di Olean nello stato di New York. I suoi genitori, Antonio e Luisa, erano partiti da Brenzone sul Garda, in provincia di Verona, per trovare fortuna negli Stati Uniti. Quando Louie ha solo due anni la famiglia si trasferisce nello Stato della California, a Torrance. Qui Louie e suo fratello maggiore, Pete, frequentano la Torrance High School incontrando moltissime difficoltà. In casa la famiglia non parla l’inglese e così Louie diviene vittima di bullismo da parte dei suoi compagni, ma Pete, che crede fortemente in lui, lo incoraggia e gli insegna a correre veloce in modo da poter scappare dagli attacchi dei bulli. Louie scopre così il suo talento di corridore e la sua passione per l’atletica. Si iscrive nella squadra di atletica della scuola e si dedica alla corsa. Alla fine del primo anno si classifica quinto nella corsa dei 660 yard e nel 1934 stabilisce il record mondiale sul miglio, ottenuto gareggiando a livello scolastico in California e guadagnandosi il rispetto dei bulli.
Grazie a questo e altri successi, ottiene una borsa di studio presso la University of South California dove diviene mezzofondista, affermato, noto a tutti come “Torrence Tornado”. Nel 1936 decide di partecipare alle qualifiche per i Giochi Olimpici, ma per partecipare ai Trials gli atleti hanno l’obbligo di pagarsi l’intero viaggio per Berlino. Zamperini poté farlo grazie al fatto che il padre era un ferroviere, e grazie all’aiuto della comunità di Torrance che, puntando su di lui, gli fornì il necessario per il tempo del viaggio. Si dice che nel viaggio in crociera per l’Europa, Zamperini, ragazzo abituato a una vita parca e morigerata, si abbandonò alle comodità dell’agiatezza e dell’abbondanza: a colazione mangiava non una ma ben sette fette di dolce oltre al resto, ingrassando cinque chili che gli servirono a ritrovare la forma provata dal dimagrimento eccessivo causato dall’allenamento stremante per le Olimpiadi. A Berlino incanta, classificandosi ottavo nei 5000 metri piani contro tutti i pronostici, grazie a un ultimo giro sprint compiuto in soli 56 secondi e impressionando perfino Hitler, il quale volle conoscerlo.
Nel 1940 la guerra infrange il suo sogno di gareggiare a Tokyo e Louie si arruola nelle United States Army Air Force, assoldato come bombardiere a Funafuti, isola del Pacifico. Nel 1943, mentre era impegnato nel bombardamento dell’isola di Nauru, occupata dai Giapponesi, a bordo del suo B-24 subisce un grave incidente, venendo, tuttavia, immediatamente soccorso da un aereo amico. La sorte beffarda, però, gli riserva un altro incidente, e anche questo aereo precipita nelle acque nemiche. Degli undici passeggeri a bordo, gli unici sopravvissuti sono Louie e due suoi compagni. Zamperini e i due superstiti sopravvivono per 47 giorni a bordo di una scialuppa di salvataggio di gomma malmessa, in balia dell’oceano. La necessità aguzza il loro ingegno: imparano a catturare gli albatros per usarli come esche per i pesci, scampano all’attacco degli squali e al freddo dell’oceano, dimostrando un’incrollabile tenacia, una strenua voglia di vivere e scoprendo la fede in Dio. Nel frattempo, più volte vennero avvistati e mitragliati dai giapponesi. Quando tutto sembrava finito, raggiunta la riva venne catturato, rinchiuso in un campo di prigionia e torturato. Sarà liberato solo due anni più tardi, nel 1945, con la fine della guerra. Tornato a casa decorato come eroe di guerra, incontra la donna della sua vita, Cinthya Applewhite, la sposa e dal loro matrimonio nasceranno Luke e Cissy. La brutalità dell’esperienza vissuta e della tortura ha, comunque, lasciato segni profondi in Louie, che dirà: «Un momento di dolore vale una vita di gloria». Al punto che una notte, durante il suo incubo più ricorrente nel quale strozza a mani nude un uccello, getta le mani al collo della moglie incinta rischiando di soffocarla: la cura per quest’enorme sofferenza si chiamerà Perdono.
Nel 1950 Louie decide di recarsi, accompagnato da un interprete, in Giappone nella prigione militare dove sono detenuti i suoi aguzzini. Giunto presso la prigione di Sugamo, il colonnello sprona coloro che hanno riconosciuto Louie, ex prigioniero, a fare un passo avanti. Louie si fa d’appresso e li abbraccia uno per uno perdonandoli e pregando con loro. Ritrova così la pace e recupera la serenità. Zamperini muore il 2 luglio 2014 all’età di 97 anni, dopo aver combattuto la sua ultima battaglia contro la polmonite. Il mondo gli è debitore di un’immensa gratitudine per l’eredità preziosa che rappresenta per tutti il racconto e l’esempio della sua vita. Tale gratitudine gli è stata tributata, in parte, con l’intitolazione a suo nome di impianti di atletica e piste all’Università del Sud della California, a Torrance, e attraverso le pagine del libro Unbroken: A World War II Story of Survival, Resilience, and Redemption di Laura Hillenbrand (titolato in Italia Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio), a lui ispirato, dal quale è stato tratto l’omonimo film diretto da Angelina Jolie. Chi lo ha conosciuto ha definito Louie un uomo allegro, gentile, umile, un amante della vita che ha vissuto con indomabile coraggio e determinazione. Continua a risuonare nel mondo, e risuonerà ancora, il suo motto: «Fight-on forever», «Non smettete mai di lottare».
Gilda Angrisani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.