Vivian Jenna Wilson, figlia transgender del CEO Elon Musk, ha detto la sua riguardo la bufera mediatica iniziata dal padre, di cui è proprio lei la protagonista. Negli scorsi giorni, infatti, Elon Musk si è autodichiarato vittima della “cultura transgender”, in quanto “costretto” con l’inganno a firmare i documenti per la transizione di genere della figlia. Ha inoltre dichiarato: “Lo chiamano deadnaming per un motivo: mio figlio è morto“. A questo la figlia ha risposto ironicamente con un Threads: “Sono piuttosto carina per essere morta”.
In un’intervista a NBC News, Vivian Jenna Wilson si è duramente scagliata contro il padre, negando in toto la sua tesi: a suo dire, nessuno lo avrebbe costretto a firmare quei documenti. “Credo che lui pensasse che io non avrei detto nulla e che avrei lasciato perdere: non lo farò, perché se menti sfacciatamente su di me, di fronte a un pubblico di milioni di persone, non posso lasciare correre”.
Infatti, la giovane donna ha approfittato dell’intervista per raccontare il suo difficile rapporto con il padre, dalla sua nascita fino ai suoi 18 anni, anno in cui ha deciso di intraprendere la transizione di genere e di cambiare cognome, proprio perché non voleva avere nulla a che fare con il padre biologico.
Sul padre dice: “Era freddo. Si arrabbiava molto facilmente. È indifferente e narcisista”. E addirittura, lo descrive a tratti come crudele: “È stato crudele. Quando ero in quarta elementare, abbiamo fatto un viaggio su strada e non sapevo che in realtà fosse solo una pubblicità per una delle sue auto. Lui mi urlava contro, in modo feroce, perché la mia voce era troppo alta“.
L’intervista esprime in maniera abbastanza esaustiva il rapporto della Wilson con il padre biologico. Ma non è tutto: la 20enne ha continuato a esprimere il suo punto di vista su Threads.
Oltre ad aver risposto ironicamente al padre – che ha più volte ripetuto “Mio figlio è morto” – Vivian Jenna ha fatto un vero e proprio debunk delle parole del padre, prendendo singoli tweet e facendo una lista di affermazioni false. Ad esempio, in un tweet il padre ha affermato che la figlia fosse nata gay e “leggermente autistica”, cosa che Jenna ha totalmente negato.
Riguardo al caso, poi, commenta: “Sono trattata allo stesso tempo come vittima e carnefice. Sono la vittima inerme delle élite transgender che mi ha plagiato, ma allo stesso tempo sono la malvagia manipolatrice che ha costretto suo padre a firmare dei documenti contro la mia volontà: tutto questo non ha senso”.
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