Poche settimane dopo la tragica scomparsa del presidente del Leicester, l’imprenditore thailandese Vichai Srivaddhanaprabha, Claudio Ranieri torna ad allenare in Inghilterra, accettando l’offerta del Fulham. 67 anni compiuti lo scorso 20 ottobre, il tecnico romano era rimasto senza panchina dopo la conclusione dell’esperienza al Nantes, trascinato ad un passo da un piazzamento in Europa League, competizione mai disputata dai canarini nel corso della loro storia. Dopo aver già allenato il Chelsea dal 2000 al 2004, ponendo le basi del vittorioso ciclo di José Mourinho, Ranieri è entrato nei cuori dei tifosi inglesi nel corso del suo biennio al Leicester, portando le Foxes alla storica quanto a dir poco inaspettata conquista del loro primo titolo di Premier League nella stagione 2015-2016.
Voluto fortemente proprio dal sopracitato Svrivaddhanaprabha, il cui obiettivo era quello di portare il Leicester a diventare campione d’Inghilterra, Ranieri si è fatto apprezzare anche per le sue simpatiche conferenze stampa, tra cui quella in cui rispondeva alle domande dei giornalisti dopo la storica qualificazione dei suoi in Champions League, risultando tanto felice quanto incredulo. “We are in Champions League, man! Dilly ding, dilly dong!”, una delle frasi che lo hanno reso una vera e propria icona della storia del Leicester e non solo, divenendo un vero e proprio tormentone in un’annata che da quelle parti ricorderanno per sempre.
Attualmente ultimo in classifica con appena 5 punti, frutto di una sola vittoria, due pareggi e ben nove sconfitte, con le 31 reti incassate in dodici gare che la rendono la peggior squadra del campionato anche dal punto di vista difensivo, il neopromosso Fulham, tornato in massima serie dopo quattro anni consecutivi in Championship, non ha approcciato affatto bene alla stagione attualmente in corso, nonostante gli arrivi di numerosi giocatori importanti e già capaci di dire la loro in terra inglese, tra cui Alfie Mawson, Calum Chambers, Timothy Fosu-Mensah e, soprattutto, André Schürrle, rispettivamente ex Swansea, Arsenal, Manchester United e Chelsea, cui si aggiunge la permanenza di Aleksandar Mitrović, arrivato nella parte conclusiva della scorsa stagione in prestito dal Newcastle.
Tra gli arrivi degni di nota, però, figurano anche nomi di giocatori che non avevano mai militato in Premier League, ma che erano comunque finiti sul taccuino di numerosi club europei, tra cui l’ex Nizza Jean Michaël Seri, seguito fino alla scorsa estate anche dal Barcellona e dalla Roma, il portiere spagnolo Sergio Rico, reduce da quattro anni tra le fila del Siviglia, e l’attaccante argentino Luciano Vietto, che ha chiuso la scorsa annata in prestito al Valencia dopo averla iniziata con la maglia dell’Atlético Madrid. Dopo la tanto attesa promozione in massima serie, il tecnico serbo Slaviša Jokanović, alla guida dei Cottagers dal 2015, si è guadagnato la conferma sulla panchina del club londinese, per poi essere esonerato dopo una serie di risultati estremamente negativi (nove sconfitte nelle prime dodici giornate di Premier League, di cui ben sei consecutive).
Un solo successo, quello interno per 4-2 contro il Burnley alla terza giornata, e due pareggi, uno sul campo del Brighton (2-2), l’altro al Craven Cottage contro il Watford (1-1), in uno dei tanti derby londinesi: troppo poco per evitare un cambio alla guida tecnica della squadra, con Ranieri che avrà il difficile compito di rimettere in sesto una squadra che attualmente sta sì attraversando un momento particolarmente complicato, ma che al contempo ha appena tre punti di distacco dal quartultimo posto occupato dal Southampton ed ha tutte le carte in regola per raggiungere una tranquilla salvezza.
Dopo sei sconfitte di fila, però, era inevitabile che il campanello d’allarme non suonasse: a proposito di campanelle, Ranieri ne è un vero e proprio esperto, tanto che con la sua nota campanella con cui strigliava i giocatori in allenamento riuscì a portare il Leicester dall’obiettivo salvezza al traguardo titolo, il primo e finora unico nella storia delle Volpi del Leicestershire. King Claudio, capace di vincere il premio di Allenatore dell’anno nel 2016, riuscì a scrollarsi di dosso l’etichetta di perdente che gli era stata attribuita in occasione del suo primo trascorso in terra inglese, quello al Chelsea, in cui tra l’altro venne soprannominato “Thinkerman”, ad evidenziarne l’eccessiva indecisione ed incertezza, troppo elevate per ricoprire un ruolo del genere.
Ad anni di distanza, l’ex allenatore di Roma, Juventus, Inter, Napoli, Valencia, Atlético Madrid e Monaco, tra le tante, si è preso la sua grandissima rivincita, riuscendo ad avere la meglio su squadre del calibro di Manchester City, Chelsea, Manchester United, Arsenal e Liverpool e portando un gruppo composto perlopiù da onesti mestieranti (tra cui spicca Jamie Vardy, vera e propria rivelazione del torneo con 24 reti in 36 presenze, ma non sono da meno i vari Huth, già al Chelsea con Ranieri, Fuchs e Drinkwater) e giovani talenti sbocciati proprio in quell’anno (Riyad Mahrez e N’Golo Kanté in testa) alla conquista di un successo che sembrava decisamente fuori dalla portata di una squadra costruita per raggiungere agevolmente la salvezza e non per spingersi così oltre.
Fuori dalle righe, incapace di vedere limiti dinanzi ai propri sogni, che partita dopo partita si sono trasformati sempre più in realtà, il Leicester di Ranieri ha conquistato tutti, non soltanto i propri tifosi, entrando di diritto a far parte dell’esclusivo club delle favole calcistiche tramutatesi in realtà. L’anno successivo, però, le cose non sono proseguite nella stessa direzione, con l’esonero arrivato ad inizio stagione, dopo un buon inizio in Champions League, ma un pessimo avvio di campionato. Dopo due anni di lontananza dal calcio inglese, King Claudio è pronto a tornare a stupire alla guida di un’altra squadra che ha il compito di salvarsi e che non sembra poi così diversa dal suo Leicester, oltre che a rispolverare la sua vecchia e amata campanella che tanto bene gli ha portato alla guida delle Foxes.
Dennis Izzo
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